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Bjelanović a CH: “Juric eccezionale. Qualche anno fa lo avrei voluto all’Hajduk”

Le dichiarazioni in esclusiva dell’ex direttore sportivo dell’Hajduk Spalato, nelle vesti di doppio ex alla viglia della partita tra nerazzurri e gialloblù

Oggi pomeriggio l’Hellas Verona farà visita all’Atalanta al Gewiss Stadium, una partita che metterà di fronte l’allievo e il maestro, ovvero Ivan Juric e Gian Piero Gasperini. Due realtà tra le migliori in Italia per gioco espresso e risultati, anche se con obiettivi di classifica diversi, con i nerazzurri impegnati a riconfermarsi nelle zone alte di classifica e i gialloblù chiamati a mantenere la categoria. Per avvicinarci al match, la nostra redazione ha contattato in esclusiva il croato Saša Bjelanović, doppio ex centravanti di entrambe le squadre, che dopo la conclusione della carriera da giocatore, ha intrapreso quella di direttore sportivo, ed ecco cosa ci ha raccontato:

Quali ricordi ha delle sue esperienze in nerazzurro e gialloblù?

“A Bergamo è stata una bella esperienza: una squadra costruita per andare in Serie A e io sono arrivato a gennaio per rinforzare ulteriormente un reparto già molto forte. Non si lasciava niente al caso. Sono arrivato a Bergamo dopo un’esperienza in Romania, perché c’era la volontà da parte mia di tornare in Italia. Sono stati sei mesi belli, con una promozione strameritata. Già si vedeva che Percassi voleva fare le cose in grande. A Verona sono arrivato dopo l’Atalanta ed era un Hellas ancora in costruzione. C’era Mandorlini come allenatore e Martinelli come presidente. È stato l’anno nel quale sono state messe le basi per quelli successivi: una stagione di transizione, dove siamo andati oltre le aspettative. È stato un grande privilegio far parte di quel gruppo”.

La partita metterà a confronto due tra le squadre che giocano meglio in Italia, con obiettivi diversi, ma distanti solo 7 lunghezze. Che partita si aspetta?

“In questo momento credo che l’Hellas sia la sorpresa perché nessuno se lo aspettava all’inizio della stagione. Non è stato fatto un mercato con grandi nomi, ma oculato con i giocatori con le caratteristiche che voleva l’allenatore. Juric e Gaperini sono allenatori simili, che prediligono un gioco con grande intensità e di questo ne beneficiano gli spettatori. L’Atalanta la vedo favorita, anche se il Verona non è mai stato sottomesso. L’Atalanta in casa è molto forte, nonostante l’impegno in Champions tra pochi giorni contro lo Shakhtar: qualche disattenzione ci potrebbe stare, ma conoscendo l’Atalanta cercheranno di vincere in tutti i modi con il Verona per poi concentrarsi sulla partita successiva”

Quanto può pesare nel Verona la sconfitta casalinga contro la Roma?

Credo che perdere con due gol di scarto contro la Roma ci possa stare. Non è preoccupante. Conoscendo Juric non farà pesare questa cosa alla squadra. Juric sta svolgendo un lavoro eccezionale e penso che troverà il modo di far superare questo ko ai suoi ragazzi. 

È rimasto sorpreso dall’operato del suo connazionale Juric in questa stagione?

Juric è stata una scelta coraggiosa, una scommessa, non so se del presidente o del direttore sportivo, ma stata vinta totalmente. La piazza inizialmente non so quanto fosse contenta del suo arrivo, ma adesso sta dimostrando tutto il suo valore. La tifoseria poi in questi momenti si carica ulteriormente e penso che avere l’appoggio del Bentegodi sia sicuramente un’arma in più“.

Com’è il vostro rapporto?

Io e Juric da giocatori non ci siamo mai incrociati. Quando è venuto in Serie A al Genoa, io non c’ero più quindi l’ho conosciuto meglio quando è diventato allenatore. Qualche anno fa, quando ero il direttore sportivo dell’Hajduk Spalato mi era venuta in mente l’idea di affidargli la panchina dove era cresciuto e sarebbe stato positivo per tutti. Un’idea difficile, se non quasi impossibile, ma lo apprezzavo e lo apprezzo ancora adesso. Mi piace tantissimo al sua idea di calcio”.

Si aspettava un impatto così positivo da parte di Rrahmani?

“Ero curioso di vederlo in Serie A, perché conosco il ragazzo e l’ho visto tanti anni giocare in Croazia. Sono rimasto piacevolmente sorpreso. Si sta dimostrando un ottimo rinforzo. Trovare un allenatore croato lo ha aiutato sicuramente ad inserirsi al meglio. In questi anni alla Dinamo Zagabria è sempre apparso come un ragazzo umile, e credo che sia uno di quei giocatori che qualunque allenatore vorrebbe avere”.

Chi invece sta facendo molto bene in Croazia è l’ex gialloblù Petkovic, come si spiega questa sua esplosione?

Innanzitutto credo che sia migliorato molto rispetto a quando giocava in Italia. Ha trovato la sua dimensione ed è riuscito ad esprimere le sue qualità in maniera molto spontanea. Non è un giocatore che devi ingabbiare in troppi discorsi tattici, ma va gestito in modo particolare. Merito anche dell’allenatore della Dinamo che ha trovato la chiave giusta. In Italia aveva fatto vedere delle cose interessanti ma gli mancava la continuità e la fiducia degli allenatori.

Cosa si aspetta dal Verona nel mercato di gennaio?

“Avranno sicuramente idea di cosa andare a prendere. Conoscendo il modo di lavorare del ds D’Amico e dell’allenatore, non credo che verranno fatti stravolgimenti. Non sarà un mercato con tanti movimenti, con qualche ritocco. A gennaio solitamente si tende a sfoltire e a mandare a giocare quelli che in questo momento hanno trovato meno spazio. Se ci sarà l’occasione di prendere qualcuno che fa la differenza credo che lo farà, ma il vero problema del mercato di gennaio sono le uscite perché tutte le squadre cercano prima di sfoltire e poi pensano ad acquistare”.

Tra le occasioni crede che ci potrebbe essere qualche talento croato?

“I talenti veri, che fanno la differenza non si muovono a gennaio, a meno di offerte davvero importanti. Il mercato estivo è quello più adatto a prendere giocatori di qualità. È molto difficile trovare qualcosa in questa sessione, perché anche se ci sono molti buoni giocatori, i club croati non sono disposti a venderli”. 

Dopo la fine dell’esperienza all’Hajduk, la rivedremo in Italia?

“Dipende dalle offerte, ma la mia idea è quella di tornare a vivere in Italia. Dopo l’esperienza di quasi quattro anni all’Hajduk, dove ho ricoperto tutti i ruoli, conosco tutti i giocatori dell’area balcanica, credo di poter dare una mano sotto questo punto di vista”.

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