Il giovane centrocampista brasiliano, nella prima parte della lunga intervista concessaci, ha parlato del suo percorso italiano e della stagione in corso
Quattro vittorie in quattro partite, fascia da capitano e un gol messo a segno con un rigore calciato imparabilmente sotto al sette: è stato un avvio di campionato decisamente positivo per Lucas Martello Felippe Nascimento, in breve conosciuto semplicemente come Lucas.
Proprio questo suo grande avvio di campionato ci ha quindi spinti a raggiungerlo per parlare con lui del suo percorso di crescita, di Primavera e di Prima Squadra, ma anche del suo rapporto con Miguel Veloso.
Il risultato è una lunga intervista, che per comodità vi abbiamo diviso in due parti: di seguito, dunque, la prima metà.
Cominciamo parlando di te: è il tuo terzo anno in Italia, in cosa ti senti cresciuto e in cosa credi di dover migliorare?
«I brasiliani normalmente sono bravi con la palla tra i piedi, mentre peccano un po’ quando sono gli altri ad avere il pallone: anche io ero così, ma in questi anni sono molto cresciuto in fase di non possesso. Da quando sono qui ho anche fatto tanta palestra, e quindi anche la potenza del mio tiro è aumentata. Credo di poter ancora migliorare su alcune cose, come per esempio il “piede debole” (il destro, ndr) e il colpo di testa».
Per un giovane brasiliano l’ambientamento al calcio italiano può essere difficile: quanto è importante avere in squadra tanti connazionali come Bessa, Empereur, Joao Cesco e Aznar?
«Credo sia molto importante perché ti aiuta anche a contrastare un po’ la mancanza della famiglia: avere tanti brasiliani attorno aiuta a sentirsi un po’ più “a casa”».
Da bambino quali erano i tuoi idoli? E adesso a chi ti ispiri?
«Da piccolo adoravo Ronaldinho, poi quando sono arrivato qui mi sono ispirato a Jorginho. Da quest’anno alla lista si è poi aggiunto Veloso…».
Parliamo un po’ della Primavera: primo posto in classifica dopo quattro giornate, ti saresti aspettato un inizio così? Dove volete arrivare?
«Mi aspettavo di partire bene, ma magari non in questo modo: vincerne quattro su quattro non è mai facile, quindi sono molto contento. Come ha detto Udogie, il nostro obiettivo è quello di vincere il campionato, e vogliamo farlo raccogliendo più punti possibili».
Com’è Corrent come allenatore? Cosa ti ha colpito di lui e cosa ti chiede?
«Il mister ci trasmette tanta grinta e mi piace molto: ci fa giocare a calcio, vuole che abbiamo sempre la palla tra i piedi e che quando non ce l’abbiamo pressiamo subito per riprenderla. A me chiede soprattutto di far giocare la squadra e di scendere sempre in campo con la giusta mentalità».
Quest’anno sei il capitano della Primavera: cosa significa per te la fascia?
«Quando il mister è venuto da me per chiedermi se volessi essere il capitano, gli ho risposto subito di sì: non l’ho mai detto a nessuno, ma per me avere la fascia al braccio è un sogno. Prima non avevo mai avuto la possibilità di ricoprire questo ruolo, quindi ringrazio Corrent».
Parlaci un po’ di Jocic: come lo ha visto in queste prime partite?
«Per la Primavera è sicuramente un grande acquisto: è molto bravo e ha un’ottima tecnica, anche se deve ancora abituarsi al calcio italiano. È comprensibile, è appena arrivato e finora ha giocato due o tre partite: io stesso ci ho impiegato circa mezza stagione per ambientarmi. Quando ci riuscirà anche lui, sono convinto che ci aiuterà molto».
(Clicca QUI per la seconda parte dell’intervista)