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Lupo a CH: “Casale si esalta nelle difficoltà. L’interesse delle big? È pronto a reggere quelle pressioni”

Le dichiarazioni dell’ex direttore sportivo del Venezia sul difensore gialloblù accostato a Lazio e Milan

Un girone d’andata da protagonista nel Verona di Tudor, che ha attirato le attenzioni di Lazio e Milan. Dopo anni di gavetta, da centrale o esterno, Nicolò Casale si è rivelato un profilo duttile, in grado di abbinare fisicità, qualità nelle letture difensive e di essere forte in marcatura. Un exploit difficile da prevedere a inizio stagione, anche se era reduce da una promozione con 26 presenze nell’Empoli di Dionisi, lo stesso allenatore che aveva avuto a Venezia e che affronterà domenica al Mapei Stadium da avversario. Per commentare la crescita del classe 1998 e avvicinarci alla gara contro i neroverdi, CalcioHellas.it ha contattato in esclusiva l’ex ds del Venezia, Fabio Lupo:

Si aspettava questo rendimento da parte di Casale?
“Quando noi lo prendemmo a Venezia, giorno dopo giorno vedevamo che aveva grande qualità tecnica e personalità, oltre a molta consapevolezza e voglia di arrivare. Non mi stupisce che abbia fatto certi passi da gigante per essere un protagonista, tanto che si legge in questi giorni di un forte interessamento della Lazio. Non sono sorpreso soprattutto sotto l’aspetto professionale. Niccolò abbina anche quel pizzico di presunzione positiva e consapevolezza del suo valore che sono un punto di forza e non di debolezza”.

Cosa la spinse a scommettere su di lui al Venezia e cosa ricorda di quella trattativa?
“Mi aveva colpito l’ottimo rapporto struttura-velocità e la grande personalità sotto l’aspetto tecnico. Non aveva paura a giocare la palla e noi cercavamo un giocatore con quelle caratteristiche per il gioco di Dionisi. La trattativa fu semplice grazie al grande rapporto con D’Amico e perché il Verona pur credendo tanto in lui riteneva che dovesse fare un’ulteriore step in Serie B. C’era l’interesse di entrambe le parti di fare l’operazione. Era un prestito con diritto di riscatto e contro-riscatto, dal quale il Venezia ha ricevuto una buona cifra a fine stagione dopo aver esercitato il diritto di riscatto. Il ragazzo è stato molto bravo perché all’inizio era un’alternativa a Modolo e Cremonesi, poi è diventato un titolare e Dionisi se l’è portato a Empoli”.

Dal punto di vista caratteriale che giocatore ha conosciuto?
“All’inizio, quando non giocava molto, credo di avergli fatto capire che continuando a lavorare avrebbe trovato il suo spazio e la sua dimensione. È un ragazzo intelligente e gli avevo detto di continuare a credere in se stesso che avrebbe raccolto ciò che meritava. Sono felice che stia facendo questo percorso. Oggi è maturato e non mi sorprende che abbia retto l’urto contro un giocatore come Vlahovic: lui si esalta quando deve marcare un avversario forte, non lo teme e lo affronta con personalità. Questa è la sua grande forza”.

In questi giorni è stato accostato a Lazio e Milan, lo vede pronto per una di quelle piazze?
“Giocare in una squadra importante è uno step che sarebbe in grado di reggere. Nicolò ha la personalità per affrontare queste sfide. Sono sicuro che riuscirebbe ad assorbire questo tipo di salto, perché giocare nel Milan in lotta per lo scudetto comporta una certa pressione. Sul valore dico che leggendo certe cifre spropositate per tanti difensori, il Verona potrebbe richiedere quella cifra. In linea generale, da qualche anno però certe cifre le ritengo sproporzionate”.

Domenica l’Hellas sfida il Sassuolo di Dionisi: come valuta il suo impatto in Serie A?
“Dionisi sta facendo un ottimo percorso al Sassuolo. Dopo un periodo di transizione, in una squadra profondamente caratterizzata dai principi di De Zerbi, lui è stato molto bravo ad avvicinarla a quelli che sono i suoi concetti di calcio. Sassuolo-Lazio di qualche settimana fa è stata la prima partita in cui si è visto il Sassuolo di Dionisi. In una squadra che aveva perso Locatelli, Alessio è stato molto bravo a sostituirlo e nel girone di ritorno credo che raccoglierà i frutti del suo lavoro”.

Come commenta l’operato di Tudor e del suo collega D’Amico?
“Il lavoro di D’Amico è sotto gli occhi di tutti, ma il capolavoro è stato scegliere Tudor, perché non era facile sostituire un allenatore come Juric. Tudor ha trovato una squadra profondamente caratterizzata dai concetti di Juric e adesso la vedo più vicina alle idee di Tudor. È stata una grande intuizione e non era una scelta facile, dopo un errore di valutazione da correggere: Di Francesco ha avuto più difficoltà nel trasformare e cercare di trasferire le sue idee alla squadra. Poi da persona intelligente qual è Eusebio, probabilmente ci sarebbe riuscito, ma Tudor ha avuto un impatto diverso”.

 

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