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Dalla Squadra d’Oro al catenaccio italiano, ma è di nuovo “Grande” Ungheria. E la Francia trema

I magiari non sono quelli che faceva tremare il mondo con Puskas, Kocsis e Hidegkuti. Ma, con orgoglio e solidità, fanno sognare i propri tifosi

Metti di fronte la strafavorita di EURO 2020 contro una delle più piccole, ma poi prendi anche il calore di uno stadio (e che stadio!) infuocato, un cuore gettato ben oltre l’ostacolo ed un gioco non scintillante di avversari un po’ presuntuosi. Sono stati questi gli ingredienti del sorprendente 1-1 della Puskas Arena di Budapest, dove l’Ungheria non solo ha resistito sotto i colpi della quotata Francia ma ha addirittura sfiorato il colpaccio. Facendo rivivere alla propria gente, sebbene in modo totalmente diverso, sprazzi di antichi fasti.

DALLA DOPPIA “M” AL CATENACCIO. Un po’ tutti gli appassionati di calcio sanno che il nome della nazionale ungherese di calcio è legato a quello di uno dei team più forti della storia: l’Aranycsapat (Squadra d’Oro in lingua magiara). Con questo appellativo veniva indicata la squadra che, dal 1948 al 1956, ha fatto tremare il mondo, vincendo a ripetizione pur non andando oltre il solo titolo olimpico conquistato nel 1952. Puskas, Kocsis, Hidegkuti, Czibor ma soprattutto un modulo rivoluzionario, votato all’attacco e capace di schiantare (quasi) ogni avversario. Un po’ l’opposto, di fatto, della mentalità dell’Ungheria odierna.

POTERE TRICOLORE. C’è voluto un italiano (con il salentino Inguscio, tra gli altri, nello staff) per riportare l’Ungheria a giocarsela molto quasi alla pari con le grandi d’Europa. Marco Rossi, passato da difensore e presente da tecnico tutto cuore, testa e tattica ferrea per consentire ai suoi di sopperire alle lacune tecniche con grande dedizione ed un 3-5-2 capace di imbrigliare per 4/5 di match il Portogallo, prima di bloccare i Campioni del Mondo della Francia.

IMPRESA A METÀ… O FORSE NO. Se il pari d’oro con i lusitani è sfuggito a nemmeno dieci minuti dal termine, con les Bleus è diventato realtà. L’Ungheria si è esaltata, spinta dal proprio orgoglio e dai 55mila di Budapest. Nel primo tempo grande equilibrio, appena due tiri avversari ed il bel gol di Attila Fiola, fuga vincente ed esultanza evitabile in cui ha rotto persino il monitor di una bordocampista. Metà gara per riuscire nell’impresa di battere i favoriti numero 1 di EURO 2020, che dopo l’intervallo accelerano spinti da un super Mbappé (suo l’assist per il pari di Griezmann) e nel finale vanno alla ricerca dei tre punti, che sfumano. All’ex Squadra d’Oro, che oggi si scopre di acciaio, resta il sapore in bocca della vittoria. Anche se un pari, condito di possibilità di passaggio del turno ancora aperta nonostante il girone di ferro, non è che valga poi così meno.

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