
Secondo il network di Berlusconi sussisterebbero gli estremi per una condotta discriminatoria
Tutto fatto per le partite in chiaro? No.
Come infatti riportato da La Gazzetta dello Sport, Mediaset in questi ultimi giorni si sarebbe rivolta a Governo, Lega di Serie A e AGCM (l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) per impedire la distribuzione dei match di campionato al di fuori dei canali “standard”.
Per il network, infatti, ciò sarebbe discriminatorio, una sorta di concorrenza sleale: per farla semplice, se (per esempio) TV8 ottenesse il via libera, le altre reti si ritroverebbero ovviamente “in ombra”, con tutte le conseguenze del caso.
Non potendo indire un bando per i diritti, la richiesta di Cologno Monzese sarebbe dunque quella di fare in modo che l’eventuale TV scelta non possa mandare in onda messaggi pubblicitari: secondo la linea di Mediaset, infatti, la trasmissione delle partite in chiaro sarebbe paragonabile a un servizio pubblico (una sorta di “beneficenza”), e dunque non “sfruttabile” dal punto di vista commerciale.
