Dalla percentuale di posti disponibili alla “precedenza”, ci si interroga su come la gente potrà tornare a popolare gli spalti
Se anche solo un mese fa qualcuno avesse detto che a luglio si sarebbero potuti riaprire gli stadi, probabilmente sarebbe stato preso per pazzo. La curva del contagio, in continuo miglioramento, sembra aver tuttavia aver accelerato i tempi, tanto che Andrea Agnelli si è esposto in prima persona chiedendo una quantomeno parziale riapertura degli impianti al pubblico.
Il Governo e i vertici del calcio, sollecitati dalle squadre, si sono dunque messi all’opera per cercare di studiare le varie opzioni a disposizione: la variabile principale riguarda il “quanto”, ossia il numero di posti a disposizione. Le ipotesi sono le più disparate, ma in generale si va dal 10% al 30%.
La seconda variabile è invece il “chi” sarà a rientrare per primo: l’ipotesi più probabile sembra essere quella del Corriere dello Sport, sulla cui edizione odierna si parla delle aree hospitality. I “salottini” negli sky box ospitano infatti poche persone, risultano più “controllabili” sotto il profilo sanitario e sono i più remunerativi sotto il piano economico, risultando ideali per un “esperimento”.
Meno realistica, invece, l’opzione riguardante la precedenza agli abbonati: la gestione di un così alto numero di persone, tra le quali sono sicuramente presenti anche i tifosi più “caldi”, appare infatti ancora fuori portata.