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Gravina: “Ora è imbarazzante parlare di calcio, ma dobbiamo discutere del post-pandemia”

Il presidente della FIGC è intervenuto a Radio Punto Nuovo, dimostrando di essere piuttosto preoccupato per cosa succederà nei prossimi mesi

Dopo aver già parlato di un eventuale sforamento a luglio del campionato, Gabriele Gravina oggi è tornato a ventilare questa possibilità a Radio Punto Nuovo, aggiungendo qualche nuovo dettaglio.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni rilasciate dal presidente della FIGC all’emittente partenopea.

LA RIPRESA. «Al momento abbiamo ipotizzato di ripartire il 3 maggio, perché così facendo potremmo sfruttare i turni infrasettimanali per concludere entro il 30 giugno. Non escludiamo comunque di riprendere il 10 o il 17 maggio, e quindi di sforare. Non è comunque facile calendarizzare tutte le date, ma ci lavoreremo. Ripartire a porte chiuse? Stiamo lavorando a una prima fase senza pubblico fin quando non avremo garanzie. Speriamo di tornare a giocare a porte aperte il più presto possibile, perché vorrebbe dire essere usciti da questo incubo».

RINGRAZIAMENTI. «Tanti italiano stanno vivendo sulla propria pelle questa situazione, e a tal proposito voglio ringraziare chi sta lavorando per uscirne, come medici, infermieri e chi gestisce i servizi pubblici».

COMPATTEZZA. «È imbarazzante parlare di calcio in questo momento, ma ci siederemo attorno a un tavolo per discutere e cercare di dare un segnale al nostro sistema. Dobbiamo essere compatti e coordinati per uscirne tutti insieme. Un fondo di solidarietà interno? È un fondo salva-calcio, riguarda tutto il nostro sistema. Mi preoccupa molto il post-pandemia perché, quando ne usciremo, ci saranno molte macerie: dovremo essere bravi a sostenere chi ne uscirà più danneggiato».

I DIRITTI TV. «I diritti televisivi sono l’architrave del sistema economico del calcio italiano, quindi faremo di tutto perché i contratti vengano rispettati, evitando così gravi ripercussioni sulle Leghe. Per fare un esempio, al momento i danni per la Serie A sono quantificabili in circa 700 milioni…».

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