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Attilio Gregori: “Juric un maestro. Il girone di ritorno? Salvezza e godimento!”

Il doppio ex di Verona e Genoa ha parlato con i colleghi de L’Arena in vista del match in programma oggi alle 18

Tra i tanti doppi ex di VeronaGenoa c’è anche Attilio Gregori, portiere classe ’65 con alle spalle tre stagioni in Liguria (87/90) e cinque con la maglia gialloblù (90/95).

In vista del match delle 18 i colleghi de L’Arena hanno quindi deciso di raggiungerlo e scambiare con lui due chiacchiere tra passato, presente e futuro: di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

SULLA PELLE. «Verona è un tatuaggio sul cuore, mi è rimasta dentro perché ho avuto il piacere di soffrire per una maglia, una fede, una religione. Ho creato un legame forte con chi giocava con me e con chi tifava per noi. Certe cose rimangono dentro per sempre, è una maglia che ti resta appiccicata alla pelle ma che non pesa, anzi, ti dà forza».

IL PASSATO. «Ricordo bene Eugenio Fascetti, l’allenatore giusto per quel Verona che viveva alla giornata, un uomo che non si è mai spaventato quando c’è stato da navigare in acque agitate. Abbiamo affrontato momenti difficili, ma per il bene dell’Hellas nessuno si è mai tirato indietro. La Serie B? La nostra forza era la rabbia: invece di farci inghiottire dal vortice ci siamo risollevati, conquistando pure la Serie A. Non era una cosa per tutti… Ricordo con piacere anche Pierino Fanna, l’anima di quel Verona: anche se era ormai a fine carriera, non ci deluse: fu una guida carismatica e silenziosa, un autentico punto di riferimento per tutti noi».

IL VERONA DI JURIC. «L’Hellas ha il DNA europeo dell’Atalanta: certo, parliamo di dimensioni ancora diverse, ma l’imprinting di Juric è lo stesso di Gasperini. Le due squadre si assomigliano: entrambe entusiasmano, non rinunciano mai a giocare, mettono intensità e cercano la ripartenza immediata. Il girone di ritorno? Prevedo salvezza e godimento: il Verona ti fa divertire, chi va allo stadio oggi lo fa anche per avere qualcosa da raccontare quando tornerà a casa. Juric è un maestro: ha avuto modo di confrontarsi con Gasperini, si è messo in discussione con personalità ed equilibrio. Inoltre è un motivatore, ha dato un’identità precisa alla sua squadra ed è saggio, perché sa come tenere i suoi sempre sulla corda. I giocatori? Mi piace Silvestri e mi sono innamorato del calcio che propone Veloso. Poi ovviamente ci sono i più chiacchierati come Rrahmani, Kumbulla e Amrabat…».

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