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Le prime dieci di Juric fra grinta, difesa d’acciaio, giovani ed entusiasmo

Arrivati a cifra tonda per quanto riguarda le partite di campionato, è il momento di trarre le prime conclusioni sull’uomo di Spalato

Dodici punti in dieci partite e, udite udite, la miglior difesa del campionato: questo finora il bottino di Ivan Juric alla guida dell’Hellas.

Considerando che alcune delle sfide contro le “big” (Napoli e Juventus su tutte, ma ci infiliamo anche Cagliari e Milan) sono già andate in archivio, si tratta di un risultato decisamente positivo, soprattutto alla luce del fatto che il Verona quest’anno non ha mai sfigurato nemmeno sulle sfide sulla carta impossibili o quasi.

Inutile dire come gran parte del merito vada all’uomo di Spalato, che in poco più di quattro mesi ha costruito (insieme a D’Amico) una squadra all’altezza della categoria, risolvendo l’atavico problema della “difesa-groviera” e conquistato la piazza, “orfani” di Aglietti (allenatore, che sia chiaro, non smetteremo mai di ringraziare) compresi.

Arrivati quindi alla doppia cifra, ci sembra il momento di fare un primo bilancio sull’operato di questo nuovo Hellas e in particolare su quello di un allenatore che, lo ricordiamo, è arrivato tra i mugugni della piazza.

SQUADRA ALL’ALTEZZA. L’opera di “conquista” di Ivan Juric comincia a luglio, quando con il d.s. Tony D’Amico inizia a costruire l’Hellas 2019/2020. Comincia confermando lo zoccolo duro dello scorso anno (Silvestri, Faraoni, Zaccagni e Kumbulla, che lancia nella mischia con risultati sorprendenti, ma ne parleremo tra qualche paragrafo), andando poi sull’usato garantito portando a Verona tanti ex Genoa da lui allenati in passato (Veloso, Lazovic e Günter, per nominarne tre). Arrivano poi profili interessanti come Pessina, Verre, Tutino e Adjapong e qualche scommessa (vinta) come Rrahmani e Amrabat, oltre ovviamente a Stepinski, l’acquisto più caro dell’era Setti, un attaccante non da tanti gol, ma perfetto per il modo di intendere calcio del tecnico croato.

SCHIETTEZZA E SEMPLICITÀ. Prima ancora delle prestazioni in campo, ad aprire le prime brecce nei cuori scaligeri ci pensano le dichiarazioni del tecnico croato: ogni chiacchierata i media è un piccolo show, con Juric che non fa altro che rispondere con disarmante sincerità, senza tanti giri di parole. Una schiettezza che fa subito innamorare giornalisti e tifosi, che vedono in lui un totale cambio di direzione rispetto ai presunti “innovatori” visti a Verona negli ultimi anni, spesso capaci solo di rintanarsi dietro irritanti leitmotiv (“siamo in crescita”, “abbiamo un grande sogno”…). L’uomo di Spalato dice quello che pensa, parla in modo semplice e tremendamente efficace, e questo all’ambiente gialloblù piace, e non poco.

IL VERONA AI SUOI TIFOSI. Oltre che con le parole, Juric inizia sin da subito a riavvicinare i tifosi al Verona anche fisicamente grazie agli allenamenti a porte aperte: sia in ritiro che allo Sporting Center Paradiso il popolo scaligero può quindi ammirare l’incredibile intensità delle sue sedute, durante le quali non esiste un esercizio che non richieda di correre ai mille all’ora. Oltre alla schiettezza e all’onestà, i butei adorano vedere i giocatori uscire sempre dal campo con la maglia inzuppata di sudore, e con il generale croato le lavanderie di Primiero, Feldkirchen e Peschiera lavorano sempre a pieno regime. Tutto ciò, dopo uno dei periodi più bui per quanto riguarda il rapporto società-tifosi, contribuisce a raggiungere una “tregua” di cui la squadra, spinta dal ritrovato entusiasmo dei suoi tifosi, sta beneficiando e non poco.

DIFESA D’ACCIAIO, MA NON SOLO. Dopo un pre-campionato in cui già molti hanno iniziato a ricredersi sul tecnico, inizia la Serie A, e già le prime giornate mettono in mostra le principali caratteristiche di questo “nuovo” Hellas: la squadra è tignosa, difficile da perforare, non molla mai e non abbassa la testa se non per caricare l’avversario, anche se questo sulla carta è più forte. Le sconfitte che arrivano sono sempre comunque seguite dagli applausi del popolo gialloblù, che apprezza il grande impegno profuso. Il frutto di questo grande lavoro da parte di tutti si riflette sui risultati odierni, con un Verona attualmente a metà classifica e con la miglior difesa del campionato: non male per un ambiente ormai abituatosi a subire caterve di gol a ogni campionato, a prescindere dalla categoria e dal piazzamento finale.

I GIOVANI. In mezzo a tutto ciò, una breve nota a parte va dedicata a una caratteristica che da sempre contraddistingue Juric, ossia la capacità di lanciare i giovani: l’esempio più lampante è ovviamente Kumbulla, ormai un titolare inamovibile a cui il mister ha sin da subito dato grandissima fiducia, ma anche Salcedo, per quanto si stia rivelando forse più “acerbo”, è comunque una bella scoperta.

COSA PUÒ MIGLIORARE JURIC… Sia chiaro, non siamo qui a fare voli pindarici: la squadra finora sta girando bene, ma qualcosa manca (e ci mancherebbe, altrimenti staremmo parlando di una formazione da scudetto…). Ciò che ovviamente risalta è la scarsa concretezza sotto porta, in particolare quella degli attaccanti: il Verona di Juric crea moltissimo, ma fa una terribile fatica a segnare.  Questo è probabilmente l’aspetto più pressante e su cui l’allenatore dovrà dedicare un po’ più di attenzione, cercando più che altro di entrare nella testa dei propri giocatori per “sbloccarli”. Se ciò accadesse, parlare di salvezza con largo anticipo non sarebbe poi un tabù.

… E COSA LA SOCIETÀ. Al “problema del gol” bisogna probabilmente aggiungere la “coperta corta“, tipico limite di una squadra dalle non eccessive disponibilità economiche come quella scaligera: l’Hellas ha infatti una buona squadra titolare, mentre sembra peccare un po’ per quanto riguarda la panchina. L’impressione è che il continuare a insistere sugli stessi giocatori, variando solo dalla trequarti in su (dove effettivamente c’è un po’ più di varietà), possa essere un piccolo segnale d’allarme a cui mettere una pezza nella finestra invernale di mercato. Nulla di clamoroso, ma è chiaro che un paio di ricambi di categoria nelle giuste posizioni potrebbero permettere di far rifiatare i titolarissimi e far girare ancora meglio un giocattolo che, se non dovesse subire “urti” (leggi: cessioni “importanti” a gennaio), quest’anno potrebbe far divertire parecchio la tifoseria gialloblù.

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