L’attaccante fiorentino parla a L’Arena, racconta le sue emozioni del ritorno in Serie A e della concorrenza con Stepinski. E sabato sfida la Juventus
“Sono contento di essere tornato in campo dopo 35 giorni, mi mancava il campo. In più tornare in serie A dopo 10anni è stato bello perchè la squadra ha fatto molto bene. Peccato perché il rigore ci stava. Cosa vi ha detto Manganiello? Il fallo era iniziato fuori area e che non era rigore. Ha parlato a lungo al “microfonetto” quello del Var. Ormai è andata dai. Han visto tutti che avremmo meritato il pareggio. Ci sono stati i buu e Verona è razzista? Non ho sentito nulla ne in panchine e ne tanto meno in campo. Chiaro tanti fischi all’arbitro ed era normale in quel frangente. La cosa più bella del Verona di Juric? Lo spirito. Il primo tempo di Lecce è stato bellissimo e poi c’è che il pubblico lotta con noi. È una cosa importante. Il mister ti loda e poi ti porta in panchina…Sapevo fin dalla vigilia che non avrei giocato. Era solo da tre giorni che mi allenavo con la squadra, poi hanno preso Stepinski ed ora abbiamo un compagno in più con cui giocarsi il posto la domenica. Sabato non puoi far gol a Buffon, visto che è in panchina… Chi c’è, c’è. L’importante sarebbe far gol. Magari col tacco come col Cittadella? No, comodo comodo di piatto a porta vuota vale sempre. Le emozioni sono le stesse. La Juventus è ancora la più forte. Ho visto la gara di Firenze. I bianconeri son tosti e noi dovremmo cercare di sfruttare ogni piccolo loro cedimento“. Questa la prima parte dell’intervista di Samuel Di Carmine a L’Arena, in edicola questa mattina.
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