È la gestione dei cartellini di Davide Massa a non convincere particolarmente i colleghi del Corriere dello Sport dopo Lazio–Verona, in particolare per quanto riguarda quelli tenuti nel taschino.
Il più chiaro di questi ultimi sembra essere quello non sventolato in faccia a Cabal, il quale stende Pedro al limite dell’area di rigore: lo spagnolo che stava entrando in area per un’azione d’attacco che sembrava molto promettente (la cosiddetta SPA) e il colombiano, già ammonito, viene di fatto graziato dal fischietto di Imperia. Episodio simile a quello di Centonze che, nel finale, affossa Kamada in un’azione molto simile ma non viene ammonito.
Attorno alla mezz’ora a Serdar viene invece risparmiato dopo un ruvidissimo intervento su Marusic, mentre Casale protesta in modo abbastanza veemente con un giallo sul groppone e pure lui rischia qualcosa (pochi minuti dopo sarà sostituito).
Nulla da dire invece per quanto riguarda il rigore chiesto dalla Lazio per il contatto Guendouzi–Serdar: la spintarella “di mestiere” del turco-tedesco è troppo leggera e non c’è un incrocio di gambe: giusta la scelta di campo poi confermata dal VAR.
Ed il fallo su Suslov in occasione del gol laziale dove lo mettiamo