L’ex allenatore dello Spezia, grande conoscitore della Serie B, ha parlato al quotidiano scaligero del match di stasera e del momento del Verona
Saranno 90 minuti di fuoco quelli che attendono il Verona al Picco: lo Spezia non perde dal 1° di dicembre (3-1 in casa dell’Ascoli), ha racimolato 17 punti nelle ultime nove gare strappando anche pareggi prestigiosi come quello in casa del Brescia o quello casalingo contro il Palermo.
Una squadra in fiducia dunque, che darà del filo da torcere a Fabio Grosso: lo sa bene Claudio Onofri, ex allenatore dei liguri e grande intenditore della categoria cadetta, il quale, raggiunto dai colleghi de L’Arena, ha detto la sua sul match di stasera tra Hellas e Spezia, sui due relativi allenatori e sulla crisi dei gialloblù.
Queste dunque le sue principali dichiarazioni:
LA PARTITA. «Il Picco sarà un catino bollente: in questo momento il connubio tra i tifosi e la squadra è molto forte. Per il Verona si prospetta un match parecchio complicato, come d’altronde lo è per tutte le squadre che giocano lì. Occhio in particolar modo a Galabinov e Okereke, due pezzi pregiati per la Serie B».
LO SPEZIA. «Nonostante il passo indietro di Volpi, lo Spezia sta facendo molto bene grazie soprattutto a Marino e al ds Angelozzi, che con il loro ottimo lavoro hanno compensato i minori investimenti da parte della proprietà».
GROSSO E COSMI. «Ero convinto che Grosso potesse avere le stesse buone intuizioni avute a Bari, magari affinandosi in quest’annata a Verona, ma evidentemente in una piazza come quella scaligera tutto diventa più difficile. Per quanto riguarda Cosmi, credo che con la sua “ruvida intelligenza” sarebbe il profilo ideale per un ambiente del genere. È un allenatore di grande mestiere e capacità tecniche: avrebbe un grande impatto sull’Hellas, anche a livello comunicativo».
LE DELUSIONI. «Difficile dire chi mi abbia maggiormente deluso tra le file del Verona, soprattutto perché ora come ora è quasi impossibile scorporare il singolo dal collettivo. Diciamo però che da Di Carmine e Laribi mi sarei aspettato molto di più».
