Abbiamo rintracciato in esclusiva l’ex difensore, che da anni è coinvolto con le vecchie glorie gialloblù
I tifosi che hanno passato la cinquantina se lo ricordano, eccome. Noi di CalcioHellas, l’abbiamo conosciuto pochi giorni fa in Comune a Verona, splendido anfitrione dei “veteranos” del Barcellona.
Lui è Franco Nanni, sei stagioni al Verona nei primissimi anni settanta. Terzino-marcatore o all’occorrenza stopper-libero.
Ma la cosa più grande Franco Nanni, imprenditore alberghiero nella sua Riccione e a Verona, l’ha fatta qualche anno fa. Grazie alle seconda moglie, la catalana Mixtiù, è entrato in contatto con Ramon Alfonseda, presidente degli ex calciatori del Barcellona.
“Un incontro illuminante” racconta Nanni, “abbiamo deciso insieme ad Osvaldo Bagnoli e altri amici di dar vita, in piccolo, alla stessa cosa a Verona”.
A più riprese negli anni cinquanta, sessanta e settanta le vecchie glorie di tutte le squadre hanno dato vita a tornei calcistici. I Gialloblù 70 ad esempio, vinsero tre scudetti con il sempre verde, capitan Paolo Sirena in campo. “Abbiamo aiutato ex compagni in difficoltà, persone bisognose. Giochiamo sempre per beneficenza e chiediamo in cambio una semplice offerta. Poi ci attiviamo vendendo gadget. Siamo un’associazione senza scopo di lucro ed una grande squadra sportiva, certo il Barcellona è un’altra cosa. Averli a Verona è stata una cosa bellissima”.
Rintracciamo Nanni mentre passeggia sul lungomare di Riccione. Lui parlerebbe ancora volentieri delle vecchie glorie ma la domanda sul Verona è secca, diretta, spietata.
Oggi è partita la campagna abbonamenti. Poche tessere come mai?
“Oddio” tira un sospiro Nanni, “non è che il Verona abbia fatto molto in questi ultimi due anni. Una promozione sofferta con una squadra molto forte e poi una retrocessione amara. Setti e i suoi collaboratori devono lavoro più a fondo e vincere subito delle partite, poi tutto si sistemerà. Almeno è quello che mi auguro”.
Grosso vuole un centrocampo attivo e offensivo, portato ad offendere, insomma al pressing alto.
“Questo non lo so” afferma Nanni, “però mi sembra che il Mondiale stia dicendo il contrario. È vero che noi italiani siamo in crisi perché mancano i giocatori ma al posto della Svezia avremmo battuto gli inglesi, ne sono convinto. Bisogna giocare all’italiana, che non è fare catenaccio ma ripartire in contropiede. È come se il Brasile rinnegasse il dribbling il talento, non va da nessuna parte. Se rigioca col Belgio altre dieci volte, vince sempre. Ne sono convinto. Autorete e contropiede. Difficile riprender una gara così. Comunque ecco, spero che Grosso abbia le idee chiare”.
Nanni conosce Laribi. “L’ho visto giocare a Cesena. Bravo, ma l’importante è che il portiere pari e che Pazzini faccia una ventina di reti”.
A Setti cosa si sente di dire?
“Che non molli e che se è possibile faccia uno sforzo per accontentare una piazza che merita sempre il massimo”.
Giusto un portier che pari e un attaccante che segni semplice