L’arbitro che diresse la sfida, raggiunto dai colleghi de Il Giornale, ricorda bene alcuni atteggiamenti dei milanisti
Un capro espiatorio: questa l’autodefinizione di Rosario Lo Bello, l’arbitro che il 22 aprile 1990 diresse la partita che sarebbe poi passata alla storia come la seconda Fatal Verona.
Queste infatti le principali dichiarazioni rilasciate dall’ex fischietto siciliano ai colleghi de Il Giornale:
«Da uomo di sport, posso solo auspicarmi che Verona-Milan sia una gara all’insegna del bel gioco e della lealtà, anche se il peso delle due precedenti Fatal Verona sarà molto. I rossoneri dovranno essere bravi a liberarsene e a scendere in campo con serenità.
La partita del ’90? Io fui messo in croce per la Fatal Verona, ma non ho nulla da rimproverarmi: Van Basten gettò a terra la maglia per un banale fallo a centrocampo, Rijkaard mi sputò sui piedi, Costacurta riempì di insulti un guardalinee e Sacchi andò ben oltre ogni protesta consentita.
Nel post-partita i dirigenti del Milan vennero a scusarsi, ma davanti ai microfoni fui il capro espiatorio».