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“Fedi”: Sacchetti, Guidotti, Pellegrini e Grigolini raccontano il Verona a DAZN

Dallo scudetto alla Fatal Verona, qualche simpatico aneddoto tratto dalla nuova rubrica della piattaforma streaming

Un tuffo nel passato e qualche simpatico aneddoto: questo quanto emerge da Fedi, la nuova rubrica di DAZN che nell’ultima puntata ha dato voce ad alcune delle voci gialloblù. Tre episodi da circa dieci minuti l’uno, durante i quali hanno parlato ex calciatori, ma anche addetti ai lavori e semplici tifosi (per gli abbonati alla piattaforma, trovate il primo episodio QUI).

In questa prima parte del nostro “riassunto” abbiamo selezionato quattro esponenti delle prime due categorie, ossia Luigi Sacchetti, Davide Pellegrini (entrambi ex giocatori), Sergio Guidotti (presidente dell’ASD Ex Calciatori Hellas Verona) e Francesco Grigolini (storico fotografo del club). Di seguito, dunque, le loro principali dichiarazioni.

SACCHETTI. «Il tifoso del Verona non abbandona mai la squadra e viene sempre allo stadio, l’ho vissuto personalmente anche durante gli anni più tristi. Bagnoli e lo scudetto? Sul mister ricordo un aneddoto che risale alla vittoria per 3-5 a Udine. Dopo la partita eravamo tutti negli spogliatoi: noi festeggiavamo, lui invece era in un angolo, completamente assente. A un certo punto, in dialetto milanese, ci disse: “Ragazzi, ma cos’è successo oggi?”. Per quanto riguarda lo scudetto, non ci accorgemmo di cosa avevamo fatto: festeggiammo molto, ma non capimmo subito cosa quella vittoria significasse per la città: avevamo fatto la storia e ancora oggi lo vedo quando mi fermano per strada».

GUIDOTTI. «L’amore per il Verona è ben rappresentato dagli oltre diecimila abbonati in Lega Pro. Quello dell’Hellas è un pubblico esigente, ma non vuole il campione, bensì chi suda la maglia: anche il giocatore tecnicamente meno dotato può essere amato se onora questa casacca. Una cosa che si può dire è che i tifosi del Verona non hanno mai abbandonato la squadra e hanno sempre fatto sentire il proprio calore. Io adoro il Bentegodi, ma penso anche che se la Curva Sud fosse più vicina al campo potrebbe portare cinque o sei punti in più a campionato».

PELLEGRINI. «Ho giocato a Verona dal 1989 al 1995 e poi ho allenato le giovanili per anni: ho vissuto in questa società quasi metà della mia vita. Il tifoso del Verona è caldo e passionale, ma anche competente, e segue la squadra a prescindere da risultati, giocatori, presidenti e allenatori. Il gol nella seconda Fatal Verona? Mi ritrovai a tu per tu con Pazzagli e, in un momento di pazzia, decisi di fare un pallonetto a un portiere di un metro e novanta…».

GRIGOLINI. «Mentre fotografo provo i brividi per il tifo che arriva dalla Curva Sud, perché il Bentegodi è diverso da stadi come il Meazza: a Milano arrivano tifosi dell’Inter o del Milan da ogni parte d’Italia, a Verona è la città a spingere. Questa tifoseria ha sempre supportato la squadra, anche nei duri anni della Serie C».

 

Per la seconda parte, clicca QUI

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