Dopo le voci degli “interni”, parola ai tifosi gialloblù: qualche simpatico aneddoto e tanta passione per l’Hellas
Non solo chi ha vissuto (e vive) il Verona da dentro, ma anche i tifosi: durante la puntata di Fedi (la nuova rubrica di DAZN) c’è stato modo di dare spazio anche ad alcuni tifosi storici e ai loro aneddoti riguardanti lo storico scudetto 84/85.
Di seguito dunque le principali dichiarazioni rilasciate da Donatella Rettore, Doriano Italia Recchia (una colonna del tifo gialloblù) e Antonio Gioco (proprietario del ristorante 12 Apostoli, sede dalla cena della squadra di Bagnoli la sera dello scudetto). Di seguito, dunque, le loro principali dichiarazioni.
RETTORE. «Tutte le volte che vado in Curva mi fanno sempre la ola. Sono felicissima di essere lì, anche se spesso non riesco a vedere la partita perché perdo la testa con tutto questo bellissimo tifo. Sono più matta di loro, io quando tifo strillo ed esco dallo stadio senza voce. Lo scudetto? Fu un successo frutto di saggezza ma anche di incoscienza. Io c’ero e ricordo che mia madre mi chiuse la porta in faccia e mi disse di andare a dormire in albergo: ero dipinta di gialloblù dalla testa ai piedi e puzzavo di vino (ride, ndr)!»
GIOCO. «Ricordo che qualche giorno prima mi aveva chiamato Chiampan per organizzare la cena che ci sarebbe poi stata la sera dello scudetto. In sala c’erano circa cinquanta persone, fuori invece ci saranno stati cinquantamila tifosi che cantavano. I giocatori giravano da un tavolo all’altro, sembravano in campo: Galderisi era molto attivo, Sacchetti era elegantissimo e aveva una tasca piena di papillon gialloblù che voleva far indossare a tutti, anche se gli altri tergiversavano. E poi c’era uno che sembrava avesse vinto il torneo parrocchiale… Parlo ovviamente di Osvaldo Bagnoli: il suo atteggiamento non era cambiato rispetto al solito e questo mi stupì molto».
ITALIA. «Io sono abbonato al Verona dalla stagione 67/68 e ho fatto più di trecento trasferte in Italia e all’estero. La mia è stata una generazione molto fortunata perché ha visto lo scudetto, ma abbiamo passato anche annate sfortunate in Serie C. Io devo però anche ringraziare le nuove generazioni perché non hanno mai lasciato sola la squadra nemmeno nei momenti più difficili, seminando inoltre la passione. La Curva Sud? Rappresenta il cuore del tifo gialloblù. Io sono nato in Curva e finirò in Curva».