L’attuale d.s. del Vigasio ha parlato ai nostri microfoni in vista di Verona-Spezia, gara di cui lui è doppio ex
Il Verona è in salute, ma occhio allo Spezia: questo l’avvertimento di Claudio Ferrarese in vista del match (di cui lui è doppio ex) in programma domenica.
Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, l’attuale d.s. del Vigasio ha infatti presentato le due contendenti del match del Bentegodi, spendendo poi due parole anche su Di Francesco e sulla propria nuova esperienza professionale.
Di seguito, dunque, la nostra intervista.
Partiamo subito entrando nel vivo: che Verona hai visto con Tudor?
«La squadra ha avuto un’inversione di rotta importante: è più viva, segna di più e gioca di più la partita. Sicuramente l’Hellas è in salute, peccato per i tanti gol presi e per le due rimonte subite. Devo però dire che nemmeno con Di Francesco ho visto un brutto Verona: era una squadra ben messa in campo e con una propria identità, anche se comunque alla fine il cambio di allenatore ha dato risultati positivi».
Parlando proprio di Eusebio Di Francesco, cosa non ha funzionato secondo te?
«È una domanda a cui è molto difficile rispondere perché bisognerebbe essere all’interno della squadra per sapere i retroscena. Io so che Di Francesco è un buon allenatore, tutti me ne hanno parlato bene. Negli ultimi anni ha avuto momenti bui, però anche periodi importanti tra Sassuolo e Roma. Dovendo dire la mia, forse alla squadra mancava un po’ di coraggio».
Che partita ci dobbiamo aspettare domenica?
«Giocando in casa il Verona dovrà sicuramente provare a vincere e magari prendere qualche gol in meno. Lo Spezia ha quattro punti ma ha anche già incrociato tre “big” (Lazio, Juventus e Milan, ndr), ha un buon allenatore, un buon organico ed è reduce da una stagione importante. Con Italiano hanno trovato equilibrio e una mentalità che stanno provando a portare avanti».
Chiudiamo con te e con la tua nuova esperienza al Vigasio…
«Ho cominciato questa esperienza con entusiasmo, va tutto bene e sono contento. Abbiamo un unico obiettivo, dobbiamo coltivarlo e cercare di raggiungerlo».