Il CT della Serbia, raggiunto da La Gazzetta dello Sport, ha parlato anche di Lazovic e della Serie A di oggi
L’intervista rilasciata da Dragan Stojkovic a La Gazzetta dello Sport è un viaggio tra passato, presente e futuro: raggiunto dai colleghi della Rosea, l’attuale CT della Serbia ha parlato della sua esperienza all’Hellas, del Verona e della Serie A di oggi e del potenziale di Ivan Ilic, senz’altro uno dei prospetti più interessanti di questa stagione.
Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni di Piksi.
L’HELLAS. «Provo stima e ammirazione per la famiglia Mazzi: Eros era un uomo appassionato che amava la squadra, Stefano è stato il “mio” presidente e avevamo un ottimo rapporto. Mi è dispiaciuto moltissimo non aver potuto soddisfare le aspettative che avevano nei miei confronti, ma le mie condizioni non me lo permisero. Verona mi manca: mi mancano i compagni che ho conosciuto lì, la città, il club e i tifosi. Era tutto perfetto, tranne il mio ginocchio. La vittoria contro l’Inter? Ricordo che quel giorno stavo bene e mi sentivo leggero come una farfalla: li distruggemmo, ma due giorni il ginocchio mi faceva di nuovo male…».
LA GIOVANE PROMESSA. «Ilic è nato nella mia stessa città (Nis, ndr) e anche lui gioca nel Verona, si vede che è destino. È un calciatore di talento e come Juric penso che se crescerà un po’ sotto il piano fisico, potrà diventare un centrocampista di livello internazionale. Il ragazzo gioca in modo intelligente, pensa e passa velocemente: deve rafforzarsi in palestra e migliorare sotto il lato tecnico, se lo farà diventerà un giocatore top nel ruolo. Il suo riscatto? Ivan arriverà ad avere un valore molto più alto, quindi è un investimento sicuro. So che è facile parlare quando a pagare non sei tu, ma personalmente lo riscatterei perché è un giovane forte e di prospettiva».
DARKO. «Lazovic è una persone umile e generosa e un giocatore eccellente. Visto che gol contro la Sampdoria? Peccato che non sia servito a portare a casa punti, ma è stato meraviglioso, un colpo fenomenale».
IL CAMPIONATO. «La Serie A attuale è lontano anni luce da quella in cui giocai io: ai tempi era il campionato più bello e prestigioso del mondo e ci giocavano tutti i migliori. In questi anni però non si è speso bene e, al contrario degli altri Paesi, non si è andati avanti. L’Italia comunque reta un Paese in cui si sogna con il calcio».
Grande Pixie !
..se solo quell’anno il tuo ginocchio avesse funzionato meglio.
E poi non voglio pensare alla scelta che fecero i Mazzi, tra Raducioi e Battistuta (anche per il veto di Fascetti) scelsero il primo !!! sognare è lecito, e con il senno di poi, avremmo potuto andare in Uefa….solo con Pixie e Batigoal.