Il capitano gialloblù si è raccontato ai colleghi di Tuttosport in vista del match in programma questa sera al Bentegodi
L’amico Cristiano Ronaldo, la sfida di stasera, Juric e tanto altro: sono davvero parecchi gli argomenti toccati da Miguel Veloso durante l’intervista concessa a Tuttosport in vista del match in programma alle 20.45 al Bentegodi.
Senza perdere tempo, ecco dunque le principali dichiarazioni del capitano gialloblù.
CR7. «Ronaldo a livello di leadership ha fatto il salto di qualità nel trionfo all’Europeo 2016, ma a una certa età diventa anche normale. Dovessi spiegare Cristiano ai miei figli, racconterei di quando, durante il periodo nelle giovanili dello Sporting, andava dicendo che sarebbe diventato il più forte di tutti. Non a volte ridevamo, ma ha avuto ragione lui… Le punizioni? È bravo a calciarle, quindi non capisco il suo digiuno (una sola rete su piazzato da quando è alla Juventus, ndr). Io comunque le calcio meglio! (ride, ndr)».
LA PARTITA. «La Juventus arriva al Bentegodi senza tanti campioni, ma molti saranno in campo: oltre a Cristiano, penso per esempio a Kulusevski, un grandissimo talento. Non possiamo permetterci nemmeno un secondo di distrazione, sfruttando le loro assenze per batterli come l’anno scorso. Un regalo ai miei compagni in caso di gol e vittoria? Faccio decidere loro, tanto sono bravi e non mi faranno spendere troppo…».
I COMPAGNI DI SQUADRA. «Ilic è un centrocampista unico nel suo genere perché abbina corsa e tecnica. Può diventare un fantastico giocatore “box-to-box”: del suo talento ci saimo accorti subito, ma nell’ultimo mese è cresciuto davvero tantissimo. Consigli per Dimarco e Zaccagni? Non ne hanno bisogno, sono ragazzi intelligenti. E poi con Juric è difficile rallentare…».
IL MISTER. «Non ho mai visto un allenatore con la passione che ha Juric, è un vulcano. Basta vederlo durante le partite: comincia con il piumino, poi passa alla felpa e nel secondo tempo, anche in inverno, è in maniche corte. Quando si arrabbia poi esplode parlando in croato, e alla fine abbiamo iniziato a capire qualcosa pure noi. Già il tono dice molto, e poi in squadra abbiamo qualcuno che traduce… (ride, ndr)».
IL FUTURO. «In futuro mi piacerebbe allenare, è un pensiero che ho fatto, però per il momento continuo a giocare: se ci si cura, l’età è solo un numero, e Ronaldo ne è una dimostrazione».