Il difensore classe ’95, arrivato all’Hellas durante l’ultima sessione di mercato, nel pomeriggio si è presentato ai tifosi gialloblù
Si è tenuta nel pomeriggio odierno (via Zoom) la conferenza di presentazione di Giangiacomo Magnani, uno dei volti nuovi del Verona 2020/2021.
Senza perdere tempo, andiamo quindi a vedere le principali dichiarazioni del difensore gialloblù.
IL BENEVENTO. «La vittoria contro il Benevento era di fondamentale importanza, quindi siamo contenti di quanto messo in campo e dell’impronta che piano piano stiamo dando al nostro gioco. Ora continuiamo a lavorare per fare sempre meglio».
IL PRIMO IMPATTO. «C’è una grande differenza tra il modo di lavorare di Juric e quello a cui ero abituato prima: il mister qui ci chiede infatti un gioco davvero molto dispendioso e stressante dal punto di vista fisico. Alla luce di un’estate in cui non abbiamo avuto molto tempo di recuperare, credo dunque sia normale che a inizio stagione in molti, me compreso, abbiano avuto qualche problemino».
LO STATO DI SALUTE. «Arrivo da una stagione in cui ho avuto qualche problemino e a inizio stagione ho anche avuto una piccola ricaduta, ma ora mi sento bene. Chiaramente devo ritrovare la forma migliore, però sono contento di quanto sto facendo. Quanti minuti ho nelle gambe? Spero abbastanza…».
LA TRATTATIVA. «Avevo avuto qualche contatto con il Verona già durante la scorsa stagione, ma poi per una serie di motivi non eravamo riusciti a concludere. Sono però contento che il secondo tentativo sia andato a buon fine».
PERCHÉ L’HELLAS. «Ho scelto il Verona perché qui non c’è un allenatore che propone un modo di giocare che si adatta bene alle mie caratteristiche, ma anche perché da fuori ho sempre visto un ambiente coeso e compatto, quasi una famiglia. Mi piace come l’Hellas sta crescendo alla propria maniera, e spero che prosegua in questa direzione. Amo poi questa città: qui mi sembra che ci sia sempre il sole!».
JURIC. «Il mister ci chiede un grande sforzo fisico ma anche e soprattutto mentale. Lui tiene molto alla concentrazione in quanto, quando le gambe non girano al 100%, è la testa a compensare. Un confronto con De Zerbi? Il Sassuolo punta a tenere la palla, mentre il Verona vuole riconquistarla subito per provare poi a fare male nel più breve tempo possibile. Sono due filosofie opposte, ma entrambe valide».
LE CARATTERISTICHE E IL NUMERO. «Credo che il mio punto forte sia la fisicità: è soprattutto questa la caratteristica che posso offrire alla squadra. Il numero 23? Personalmente ha un grande significato, ma preferisco tenerlo dentro di me».
IL MILAN. «Credo che per fermare il Milan dovremo credere in quello che facciamo e non snaturarci. Come si vince un duello con Ibra? Non c’è una regola, ma servono umiltà e determinazione».
Oggi c’è il sole
C è stato anche tanto nuvolo dc