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Juric: “Verona come Spalato: una squadra e una città!”

Il tecnico gialloblù, raggiunto da L’Arena, ha concesso ai colleghi una lunghissima intervista

Oltre a una lunga “chiacchierata” con La Gazzetta dello Sport, Ivan Juric in questi giorni si è concesso anche due parole con i colleghi de L’Arena, con i quali ha prlato di calcio ma non solo.

Di seguito, dunque, i passi principali dell’intervista comparsa quest’oggi sulle pagine del quotidiano scaligero.

SEMPLICEMENTE JURIC. «Non sono un tipo introverso: sono normale, semplice. Non ho cercato di piacere ai veronesi, ma a quanto pare sono piaciuto. Un mio difetto? Sono impulsivo: dico le cose giuste ma nel modo sbagliato, e quindi passo per quello che ha torto!».

LA SQUADRA. «Ciò che più conta è che la squadra sia subito stata ben accolta. Le prime partite non sono state di grande livello, ma ci hanno permesso di gettare le basi del nostro gioco, e lì l’apporto dei tifosi è stato fondamentale».

FUORI DAL CAMPO. «Sto bene a Verona, qui c’è un livello di vita molto alto. Tra i miei hobby ci sono le coltivazioni che ho in terrazzo: pomodori, peperoncino, cetrioli fragole…  Poi mi piace passeggiare sul Lungadige, mi rilassa. Da quando sono anche andato più volte alla mensa dei poveri: davo una mano in cucina, ma è più quello che ho ricevuto che quello che ho dato. Mi ha fatto bene e ho tanti amici in quel posto».

IL RINNOVO. «In queste ultime settimane ho parlato con tante persone e ho riflettuto sulle varie offerte ricevute. Mi sono preso del tempo e alla fine ho deciso. I tre anni di contratto? L’anno prossimo ripartiremo da zero, quindi avremo bisogno di tempo provare a creare qualcosa di buono. Ci sarà da lavorare sodo».

VERONA E SPALATO. «Mi piace che i veronesi siano “provinciali” come noi di Spalato: una città, una squadra e basta. Sono molto simili, e anche questo ha influito sulla mia permanenza».

D’AMICO E SETTI. «All’inizio ho avuto qualche divergenza con D’Amico, ma è normale: ora invece il rapporto è super. Setti ci è sempre molto vicino, ma lascia fare a noi».

LA SQUADRA. «In generale tutto il gruppo è stato grande: mai un problema, o se c’è stato se la sono vista tra di loro senza tirarmi in ballo».

I SINGOLI. «L’anno scorso la squadra non aveva determinati requisiti, ma Veloso ha portato esperienza e metodologia di lavoro: è un esempio costante. Pessina è bravo e cattivo com’ero io, Amrabat ha fatto il fenomeno mentre Di Carmine ha segnato otto gol pur giocando poco: è una media altissima! Menzione anche per Rrahmani, perché pur essendo stato venduto a gennaio non ha mai tirato indietro la gamba. Qualcuno che mi somiglia? No, loro sono più forti, però ce ne sono anche tanti che dovrebbero offrirmi una cena… Alcuni hanno avuto bisogno di una “spintarella” in più rispetto ad altri, ma in generale sono stati tutti dei mezzi eroi!».

IL GENOA. «Riguardo alla prossima partita ho sentito e letto cose che mi hanno fatto schifo. Noi vogliamo arrivare il più in alto possibile e quindi proveremo a vincere anche se siamo costretti ad andare in campo con giocatori stanchi o fuori ruolo».

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3 anni fa

Grande mister dal cuore d’oro

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3 anni fa

Ivan uno di noi✋??/=\?

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