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Pazzini: “A Verona ho dato tutto, ma Verona mi ha dato di più. Domani ci sarò!”

Il capitano gialloblù, alla sua ultima conferenza da giocatore dell’Hellas, ha tracciato un bilancio complessivo della sua avventura scaligera

Preceduta da una breve presentazione di D’Amico e seguita da un riconoscimento consegnato da Maurizio Setti, si è tenuta quest’oggi in via Olanda la conferenza d’addio di Giampaolo Pazzini.

Senza perdere tempo, andiamo quindi a vedere le principali dichiarazioni del capitano dell’Hellas.

LA CONSAPEVOLEZZA. «La Società mi ha comunicato già un mese fa le proprie intenzioni, ma è solo da due o tre giorni che io mi sono accorto che ormai la mia storia con il Verona è finita. È stato complicato metabolizzare la cosa. Se ho pensato al rinnovo? Un pochino ci avevo sperato, ma il Verona ha fatto una scelta legittima e mi ha detto tutto molto chiaramente, una cosa che ho apprezzato. Sono comunque contento di lasciare questa squadra in Serie A, perché questo è il campionato che questa squadra e questi tifosi meritano. Devo quindi ringraziare i miei compagni e chi lavora dietro le quinte per questo splendido campionato».

VERONA E LA SUA GENTE. «L’Hellas è più di una semplice squadra, e prima un giocatore lo capisce, prima può integrarsi nell’ambiente e fare bene. Qui ho vissuto alti e bassi, ma ho sempre avuto i tifosi a sostenermi: loro sono stati la mia più grandi motivazione anche nei momenti più bui, è grazie a loro se sono riuscito ad andare avanti. Un ringraziamento anche alla città di Verona, dove io e la mia famiglia siamo stati e stiamo da Dio. La gente ci ha accolti e ci ha fatto sentire veronesi. Mio figlio poi ha vissuto qui gran parte della propria vita, tanto da prendere l’accento veronese, quindi è difficile andarcene: è anche per questo che stiamo valutando di comprare casa… Quando c’è stata la “scintilla”? Dopo la prima retrocessione: era stata un’annata complicata, ma mi ha permesso di creare un legame di appartenenza. Verona rimarrà per sempre nel mio cuore».

I TIFOSI. «I tifosi del Verona non vogliono Messi o Cristiano Ronaldo e non sono interessati alla categoria: come recita il coro, “cambieranno i giocatori, il presidente, l’allenator, ma il Verona resterà per sempre nel mio cuor!”. Per loro conta la maglia, vogliono una squadra che lotti, combatta e sudi. È un tifo bellissimo, peccato non averlo avuto in questo finale di campionato: alcune partite le abbiamo vinte grazie a loro. In questi giorni poi mi hanno fatto sentire tanto affetto: mi dispiace non poterli salutare a causa della pandemia, ma speriamo che in futuro ce ne sia la possibilità. Non smetterò mai di ringraziarli, perché quando le luci dello stadio si spegneranno su di me per l’ultima volta, le emozioni che mi hanno regalato i tifosi resteranno per sempre».

IL BILANCIO. «Credo che il mio bilancio sia stato molto positivo, a prescindere dai risultati. Credo che l’affetto ricevuto mi abbia ripagato di tutte le cose negative. Sono orgogliosissimo di avere giocato con questa maglia, delle due promozioni e di aver vestito la fascia di capitano: spero rimanga un bel ricordo di me. Io ho dato tutto, ma Verona mi ha dato molto di più. I momenti più belli? Le due promozioni in Serie A e la vittoria sulla Juve di quest’anno, la ciliegina sulla torta di un campionato fantastico».

SASSOLINI E RIMPIANTI. «Certamente ho qualche sassolini nella scarpa, ma anche se dicessi tutto non risolverei nulla. Io ho la coscienza a posto, penso di essermi sempre comportato bene, quindi va bene così. In questo giorno mi concentro sulle cose positive».

LA SPAL. «Nei giorni scorsi avevo provato a forzare il recupero per rientrare per la sfida di Torino, ottenendo però l’effetto contrario e saltando quindi sia quella partita che quella con la Lazio. Domani però ci sono, mi metto in campo anche se il mister non vuole!».

IL FUTURO. «Non so ancora cosa farò l’anno prossimo: ho un’idea abbastanza precisa in testa, ma prima voglio tornare a casa e godermi la mia famiglia, poi ci penserò. A scanso di equivoci, non ho ricevuto alcuna offerta, fatta eccezione per qualcosina proveniente dall’estero».

JURIC. «A inizio stagione ero in ritardo di condizione a causa di un piccolo intervento al ginocchio, ma si trattava appunto di un semplice ritardo di condizione. Ascoltando le conferenze di Juric sono stato zitto alla prima e alla seconda, ma alla terza sono andato da lui e abbiamo avuto un dialogo molto schietto e giusto. Lì forse il mister ha capito che avrebbe potuto evitare qualche dichiarazione, ma soprattutto che avrebbe potuto contare su di me. Da lì il rapporto è molto migliorato e il mister mi ha permesso di imparare qualcosa anche a 35 anni, permettendomi anche di dare il mio contributo. È partito un po’ prevenuto, ma credo di averlo fatto ricredere. La Società ha fatto bene a puntare ancora su di lui e lui ha fatto bene a decidere di rimanere».

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3 anni fa

grande tu sei l’unico ????

Giovanni
Giovanni
3 anni fa

Leggere l’intervista mi sono commosso… Grazie grande capitano….

Teone
Teone
3 anni fa

Grande Pazzo! Per sempre nella storia dell’Hellas

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3 anni fa

??

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3 anni fa

Immenso capitano un Signore

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3 anni fa

Grande pazzo sei unico!!

Maurihellas
Maurihellas
3 anni fa

A livello di attaccamento alla maglia, come Pazzini ricordo solo Elkjaer. Difficile trovarne come lui! Resterà nella nostra storia.

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3 anni fa

L ultima partita al bentegodi e magari con una vittoria con tuoi gol ..toppppp

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3 anni fa

Sei sempre stato un signore, grande capitano ??

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3 anni fa

Entra in societa e porta soci e toni

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3 anni fa

Grande cuore GB

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3 anni fa

Grande capitano e grande uomo, resterai nella storia dell’hellas ????

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