Il doppio ex della sfida del Bentegodi si è raccontato a L’Arena tra passato e presente
I biennio in gialloblù, la figura di Osvaldo Bagnoli e l’Hellas di Juric: sono questi alcuni dei principali argomenti toccati da Vittorio Pusceddu durante la lunga intervista concessa a L’Arena e comparsa sull’edizione odierna del quotidiano.
Senza dunque perdere tempo, andiamo subito a vedere le principali dichiarazioni del doppio ex di Verona–Cagliari, match in programma questo sabato al Bentegodi.
IL VERONA DI PUSCEDDU. «A Verona vissi la fine di un ciclo e subito dopo un’impresa eroica: Sono stato testimone della storia dell’Hellas nella gioia e nel dolore. La retrocessione di Cesena, arrivata pochi giorni dopo aver battuto il Milan (la seconda Fatal Verona, ndr) ci diede forza, così al termine della stagione successiva, con la società fallita e senza prendere stipendi per mesi, tornammo in Serie A».
I TIFOSI. «Giocammo con il cuore e per la maglia, e credo che i tifosi abbiano capito che andammo oltre i nostri limiti. Per quel che mi riguarda, credo di essere entrato nel… respiro dei veronesi. Penso piacesse il mio modo di approcciare le partite, e oggi io stesso mi sento un cittadino di Verona».
BAGNOLI. «Ho incontrato Osvaldo Bagnoli alla fine del suo ciclo, ma mi è bastato per comprendere la sua grandezza. Era un allenatore che retrocedeva con i suoi ragazzi, ma con grande dignità e dopo aver dato tutto. È un maestro di vita che non si può non ascoltare».
L’EUROPA. «L’Hellas di Juric è moto perpetuo e forza in ogni zona del campo. Non una squadra di stelle, ma di ragazzi che non tirano mai indietro la gamba. L’Europa? Il Verona di oggi ci ha divertito, ma ora c’è stata la sosta e quindi non sappiamo cos’è rimasto di quanto abbiamo visto finora».
GLI UOMINI-SIMBOLO. «Mi piace molto Borini, un ragazzo di qualità che, pur arrivando da esperienze di alto livello, si è subito calato nella parte. Juric? Insieme ad Atalanta e Cagliari ha proposto il calcio più divertente della Serie A».