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Porte chiuse, ma spalti occupati: pronte animazioni grafiche per le tribune

Dopo l’ok di ripartenza, c’è da capire anche come i club di decideranno di ovviare alle porte chiuse: pronte animazioni grafiche sugli spalti

Porte chiuse. Un po’ aperte. O chiuse ma provando a ridurne l’effetto. Le strade della ripartenza del calcio sono infinite. Pensate a che cosa si sono inventati in Giappone con il campionato che riprende il 4 luglio: una app che consentirà agli abbonati rimasti a casa di fischiare, applaudire, esultare con reazioni che saranno veicolate da 50 altoparlanti giganti perché i calciatori non sentano troppa nostalgia del pallone di una volta, scrive stamani La Gazzetta dello Sport.

La notizia di ieri è invece che dal prossimo 19 giugno la Polonia proporrà una riapertura parziale degli stadi. Per ora, ha annunciato il primo ministro Mateusz Morawiecky, ci si limiterà a un riempimento del 25 per cento degli spalti. Dall’inizio di giugno ci proverà pure la Serbia, allo stadio ma rispettando il distanziamento. E al partito delle “riaperturine” si è iscritta anche l’Ungheria: sarà occupato un posto su cinque.

Ma delle porte aperte si ricomincia a parlare anche in Italia. No, aspettate. La ripartenza è già abbondantemente sofferta per metterci un altro, gigantesco, punto interrogativo. Sembra una vita, ma solo meno di tre mesi fa, il nostro calcio si divise fra porte aperte o chiuse mentre la tragedia era ormai incombente. Meglio avvicinarsi a questo argomento con grande prudenza. Nel Paese che riparte, però, si può anche pensare che questo domani sia meno lontano. (…)

Per ora, però, meglio procedere piano. E ragionare a porte chiuse. La Lega di A durante la prossima settimana presenterà ai club alcune soluzioni per proiettare animazioni grafiche sui seggiolini vuoti della tribuna, un po’ come accadde con i “tappetini”, i loghi dello sponsor del campionato che appaiono sul prato a fianco delle porte. La tecnologia permette di mostrare digitalmente contenuti di vario genere, compresi sponsorizzazioni e video, ma molto probabilmente si sceglierà di proiettare bandiere e loghi dei club, per “colorare” gli spalti senza entrare in dispute legali sui limiti agli spazi dedicati agli sponsor. La soluzione riguarderebbe in ogni caso soltanto la telecamera principale, la più utilizzata, perché le animazioni non si vedranno nelle inquadrature più strette. I club a questo punto dovranno scegliere quale soluzione privilegiare e quale tecnologia applicare. Esistono infatti aziende in grado di proiettare virtualmente le immagini e altre come LiveUp che utilizzano un supporto materiale, una sorta di coprisedile da applicare ai seggiolini a cui la telecamera può inviare immagini come avesse di fronte uno schermo. In tutto questo, sarà interessante capire la tempistica e soprattutto la reazione del pubblico (quello, reale, seduto sui divani). Se vedere i sedili vuoti non è certo piacevole, anche l’alternativa ha tutti i rischi dell’inedito.

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