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Serie A, la data del 13 giugno per la ripresa traballa pericolosamente. Il punto della situazione

Il campionato è ancora appeso a un filo, così come la Coppa Italia

Due settimane. La ripartenza del calcio italiano ruota intorno a questo tempo. Due settimane è la durata della quarantena stabilita per legge per chi ha avuto contatti ravvicinati con una persona positiva al Covid-19, la norma che rischia di dare scacco matto a ogni possibile ripresa del campionato. Due settimane sono necessarie per verificare se questa norma potrà essere «attenuata» o addirittura riscritta. Due settimane per capire se la curva dei contagi metabolizzerà le riaperture di queste ore senza scossoni all’insù, scrive stamani La Gazzetta dello Sport.

Tutto ciò che succederà nei prossimi giorni sarà inevitabilmente interlocutorio. Dall’imminente validazione delle linee guida per gli allenamenti collettivi, piccolo step in favore delle squadre che potranno effettuare esercizi di gruppo con il pallone, all’analisi del nuovo protocollo – allenamenti con contatto senza ritiro blindato ma con più tamponi – proposto da Lega e Federcalcio e sottoposto dal ministro Spadafora al Cts. Cts che ieri, con un ordine del giorno ingolfato di questioni, non ha affrontato l’argomento calcio. Lo farà probabilmente oggi.

Ma il tema resta quello. Anche Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, ne è convinto: «Servono delle norme per tutti per capire se per il mondo del calcio, per l’attività sportiva di una squadra che aumenta il numero dei test, può essere accorciato il tempo della quarantena. Altrimenti sarebbe un problema, non solo quando si andrà a giocare ma anche nella fase degli allenamenti di gruppo». Francesco Vaia, il direttore sanitario dello «Spallanzani» che ha affiancato come esperto la commissione medica della Figc, ritiene che «la data del 13 giugno per la ripresa del calcio e di tutto il mondo dello sport mi sembra plausibile. Abbiamo un mese di tempo, e quindi altre due quindicine, cioè due periodi di incubazioni per trovare le soluzioni migliori». Più prudente Luca Richeldi, presidente della Società italiana di pneumologia e membro Cts: «Preferirei vedere una situazione epidemiologica ancora più sotto controllo – dice a Radio Radio – per avere maggiore tranquillità, piuttosto che prendere oggi questo rischio».

La data del 13 giugno è oggettivamente pericolante. Ma la Lega continua a lavorare per quella scadenza per salvare anche la Coppa Italia: partendo una settimana dopo, il 20, non ci sarebbe più spazio. Ci crede anche la Figc che ieri ha firmato un comunicato a metà fra «atto dovuto» e richiesta-speranza. Prorogando la sospensione degli eventi fino al 14 giugno, come da Dpcm, ha aggiunto un «nelle more di ogni ulteriore e auspicabile decisione delle autorità competenti al riguardo». Come dire: teniamo accesa la fiammella del 13 giugno. Sulla data non si metterà di traverso la Uefa. La scadenza per comunicare eventuali cambi di format per il 25 maggio è stata di fatto spostata.

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