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Battistini: “Veronesi gente goliardica e rispettosa. Frey? Talento e opportunità”

L’ex portiere gialloblù si è raccontato durante una diretta Facebook di SportDiPiù Magazine a cui ha preso parte anche il francese

È stata una live piuttosto interessante quella “condotta” dai colleghi di SportDiPiù Magazine e a cui hanno preso parte Graziano Battistini e Sebastien Frey, i quali hanno rivissuto un po’ i “vecchi tempi”, raccontando anche qualche aneddoto.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni di Battistini.

IL COVID-19. «Speravo si arrivasse alla cosiddetta “fase 2” con le idee più chiare, ma a oggi non c’è stata la capacità di fare fare ordine: ognuno infatti sta ancora pensando ai propri interessi. Sappiamo bene cos’è successo, ma non possiamo permetterci di stare in stand-by ancora a lungo. Ciò che mi stupisce è che il Governo, il cui compito sarebbe quello di mettere tutti d’accodo, non stia mettendo d’accordo nessuno…».

VERONA CITTÀ. «Ormai sono un veronese acquisito (Battistini è originario di Monza, ndr), abito qui ed è diventata casa mia. È una città stupenda e i veronesi sono goliardici, rispettosi e civili. Basti pensare al coro “Battistini coi pie'”: sono cose che ti fanno apprezzare la tifoseria!».

L’HELLAS. «Il Verona per me ha rappresentato un’esperienza importante più sotto il punto di vista umano che professionale: oltre alla promozione, in gialloblù ho conosciuto una piazza importante, stimolante, unica, particolare e che mi è entrata dentro. All’Hellas ho poi avuto modo di essere allenato da Prandelli, uno dei più bravi in circolazione. Il mio addio? Ero arrivato per essere protagonista in Serie A, ma così non è stato: è chiaro che sotto il punto di vista sportivo per me sia stata una delusione, anche perché da quel momento la mia carriera si è indirizzata verso la Serie B…».

FREY. «Appena arrivato Frey sembrava un pischello (aveva 19 anni, ndr), ma dietro quel ciuffo biondo c’era un ragazzo maturo e pronto al salto nel grande calcio. Si è rivelato forte e bravo nel prendere la palla al balzo sfruttando una mia squalifica per mettersi in mostra. Fortuna? Nel suo caso è stato il talento che ha incontrato l’opportunità. È stato bravo anche a rialzarsi dopo alcuni errori: aveva una grande personalità per la sua età».

IL RITIRO. «Dopo il ritiro mi mancavano gli allenamenti e la vita di spogliatoio, però non sono nostalgico: ho una condizione fisica che ormai non mi permette nemmeno di divertirmi nelle partitelle di beneficenza…».

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