L’ex portiere, nonché medico, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni
Perugia, Fiorentina, Brescia, Parma, ma anche le aule universitarie per una laurea in medicina. Lamberto Boranga fa parte della storia del calcio (e dell’atletica categoria Master) e sul connubio sport-Coronavirus ha le idee molto chiare: “Il campionato di Serie A andava fermato subito”.
Per l’ex portiere, intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, “gli interessi economici passano sopra le persone e per via degli ascolti, degli sponsor e dello spettacolo si è trascurata la sicurezza e la salute. C’erano dei seri rischi e per evitarli andava fermato il campionato. Così non è stato e adesso vediamo cosa accade anche nel mondo del professionismo”.
Appena scoppiata l’epidemia, inoltre, si sarebbe dovuto intervenire con la prevenzione “visto che esistono gli asintomatici – dice Boranga – bisogna subito disporre il tampone per tutti i giocatori professionisti”.
Nella sua carriera di medico Boranga annovera anche un specializzazione in biologia e virologia, quindi quando parla del Covid-19 lo fa con una certa competenza: “È un virus aggressivo, mutevole. Che fosse pericoloso ormai si sapeva e la realtà non può che confermarcelo. Le disposizioni del restare a casa se valgono per la popolazione, valevano anche per i calciatori. Si tratta di volersi bene e preoccuparsi degli altri: se io non attuo comportamenti a rischio tengo al sicuro me stesso e gli altri”.
Quanto al calcio “è irragionevole pensare che in uno sport di contatto un eventuale giocatore positivo non infetti un compagno o un avversario”.
E adesso i calciatori cosa possono fare? “La beneficenza si fa, ma non si sbandiera. Se un calciatore di Serie A decidesse di devolvere il 5% del suo stipendio non credo che andrebbe incontro a un problema. Dare un contributo economico, in queste condizioni di emergenza, è una buona azione auspicabile”.
infatti bergamo e Milano e infine Brescia sono figlie della partita dell’Atalanta a milano….stadio pieno…..detonatore…..la bomba e scoppiata….