Il giovane difensore gialloblù, non convocato contro l’Inter, ha raccontato a L’Arena come stia provando in tutti i modi a esserci domenica
È sicuramente stato l’assente più rimpianto di San Siro insieme a Veloso, compagno con cui cui lo scorso ottobre aveva giustiziato la Sampdoria: stiamo ovviamente parlando di Marash Kumbulla, il giovane difensore gialloblù escluso dalla partita contro l’Inter per un problemino muscolare.
Raggiunto dai colleghi de L’Arena, l’italo-albanese ha quindi parlato dei tempi di recupero e della possibilità di scendere in campo contro la Fiorentina, ma non solo: di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni ai giornalisti del quotidiano scaligero.
IL RECUPERO. «Non so se ci sarò, ma sto lavorando tanto da solo e un po’ con gli altri: vedremo la condizione, tuttavia alla fine deciderà il mister, come è giusto che sia. Devo solo cercare di farmi trovare pronto. Tra terapie e campo spero di recuperare».
IL FUTURO. «A me basterebbe crescere e continuare a giocare per il Verona, una squadra che amo perché mi ha preso dal Cavalcaselle quando ero un pulcino e ora sono qui tra i professionisti. Incredibile… L’interesse della Juventus? Fa piacere, ma non leggo e difficilmente sogno queste cose: i miei genitori mi hanno insegnato a restare con i piedi ben saldi a terra. Certo se mi parlate della Juve vi dico che il giocatore più forte che ho affrontato in queste prime partite in serie A è Dybala: ha una classe pazzesca e una rapidità di scelta ed esecuzione uniche».
LA “NIDIATA”. «Oltre a me ci sono Tupta e Danzi, e vorrei ricordare pure Casale, che sta facendo un percorso diverso: ora è al Venezia, ma sono convinto che anche lui abbia le qualità per emergere».
JURIC E IL DEBUTTO. «Prima di schierarmi contro il Bologna, Juric non mi ha detto niente di particolare: lui è uno pratico, un bravo mister che sa quello che fa. Era dal ritiro e dalle prime uscite che aveva le giuste attenzioni per me, quindi non è servito altro. Quando sbaglio? Me ne accorgo subito, non serve che me lo dicano».
L’ALBANIA. «Sono italiano e veronese, parlo anche il dialetto, però ho tutta la famiglia albanese e avevo fatto tutte le giovanili con l’Albania. È la mia nazione: ho scelto con il cuore».