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Verre: “Sarebbe importante arrivare al giro di boa con 22 punti”

Il centrocampista dell’Hellas ha scambiato due chiacchiere con i colleghi de L’Arena, parlando del primo gol in Serie A e non solo

Un gol che ha illuso e che alla fine è tornato utile solo per le statistiche, ma comunque indimenticabile: stiamo ovviamente parlando della rete realizzata da Valerio Verre, il quale non scorderà mai il rigore realizzato a San Siro, non certo uno stadio “banale” per mettere a segno la prima marcatura in carriera in Serie A.

Raggiunto dai colleghi de L’Arena, il centrocampista gialloblù ha quindi parlato della gara di sabato, spendendo poi anche due parole sul campionato dell’Hellas e su Ivan Juric: di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

VERONA CITTÀ. «Verona è una piccola Roma, e con la mia ragazza la sto scoprendo. Piano piano sto assaggiando anche tutti i piatti tipici: il risotto con l’Amarone è uno dei miei preferiti».

MERCATO? NO, GRAZIE. «Qui sto benissimo, anche se siamo solo a un terzo del cammino: mi auguro di poter raggiungere l’obiettivo al più presto. Il mercato? Non mi interessa, e poi è troppo presto per parlare di queste cose».

L’INTER. «Dico la verità: avrò rivisto il rigore almeno venti volte: era la mia prima rete in Serie A, peccato non sia bastata. A San Siro, però, abbiamo dato il massimo».

CORSA E… GOL. «Devo essere sincero, non ho mai corso così tanto, anche se quelli che corrono di più sono Faraoni e Lazovic. A Peschiera siamo tutti belli concentrati, perché solo così possiamo raggiungere l’obiettivo. Diventare il capocannoniere della squadra? Sarebbe bello, ma è meglio che siano le punte a segnare».

PUNTI-SALVEZZA. «Non so quanti punti servano per salvarci, ma penso che sarebbe ottimo arrivare alla fine del girone d’andata con almeno 20-22 punti. Credo che con 38 si possa raggiungere l’obiettivo: le cose stanno giando bene, ma servirà vincere almeno un altro paio di partite prima del giro di boa».

JURIC. «Conoscevo il mister e sapevo come avrebbe voluto far girare la squadra. Al mister piace quando verticalizziamo, e poi tutti sappiamo difendere. Ci chiede molto in fase di copertura, ma poi ci lascia liberi di andare e ripartire in tanti uomini: è un calcio faticoso, ma anche bello e veloce. Inoltre siamo molto camaleontici, ci adattiamo bene all’avversario».

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