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Kumbulla: “La Serie A? Ho iniziato a crederci solo quest’estate”

Il giovane difensore gialloblù, ospite di “A tu per tu“, non ha però parlato solo di calcio

È stato Marash Kumbulla il terzo ospite di “A tu per tu“, la nuova rubrica lanciata da Hellas Channel, il canale tematico del Verona.

Dai primi calci al debutto in Serie A, passando per scuola, famiglia, hobby e tanto altro, ecco dunque le principali dichiarazioni del giovanissimo difensore gialloblù.

LA SERIE A. «Vedermi in Serie A per me è molto “strano”, ma spero di abituarmici presto. L’esordio è stato un’emozione unica, perché giocare in questa categoria è il sogno di tutti i ragazzi che praticano questo sport, ed esserci riuscito a 19 anni, con la maglia della squadra con cui sono cresciuto, per me è motivo di grande orgoglio e una gioia indescrivibile. Cosa mi ricordo di quella gara contro il Bologna? È stata una bella prestazione di tutta la squadra, un buon pareggio in inferiorità numerica: è una partita che porterò sempre nel cuore. Certo, non era iniziata benissimo visto che al primo pallone toccato ero scivolato, ma poi è andato tutto bene…».

GIALLOBLÙ DA SEMPRE. «Ho iniziato a giocare con l’Hellas quando avevo 8 anni. Ricordo ancora tutto, provini inclusi, anche se allora non capivo bene cosa stessi per realizzare: per me era solo un divertimento. Ripercorrere mentalmente questi anni e vedere dove sono ora mi fa un certo effetto… L’allenatore che più mi ha fatto crescere? Ricordo tutti con affetto perché tutti i tecnici che ho avuto mi hanno insegnato qualcosa».

CENTROCAMPISTA MANCATO? «Quando ero piccolo e giocavo “a sette” mi schieravano centrocampista, poi una volta arrivato al Verona mi hanno subito arretrato in difesa. Il mio ruolo preferito? Preferisco rimanere nella mia posizione attuale, dove mi diverto».

IL SOGNO. «Ho sempre sperato di riuscire a giocare in Serie A, ma ho iniziato a crederci seriamente solo durante il ritiro di quest’anno. Ce l’ho messa tutta, e alla fine grazie anche al mister e alla Società, che hanno creduto in me, ce l’ho fatta».

JURIC. «Il mister è diverso dai tecnici che fanno giocare i giovani per “premiarli”. Lui quando fa giocare un giocatore giovane è perché pensa che abbia i mezzi per farlo. Caratterialmente mi sta dando tanto, è grintoso, “duro” quando serve e ci fa lavorare tanto. Per uno come me, che deve crescere tanto, è l’allenatore ideale».

IL BENTEGODI. «Al debutto avevo la pelle d’oca. Quando i nostri tifosi applaudono o esultano mi fanno provare emozioni incredibili: è una sensazione che si vive in quel momento ma che poi non si può descrivere a parole».

GLI AVVERSARI. «Finora il più difficile da marcare è stato Dybala, anche per caratteristiche fisiche: lui nel breve è ovviamente molto più portato rispetto a me… Qualcuno che vorrei affrontare? Guardo di partita in partita, quindi per il momento penso al Cagliari…».

SCUOLA, FAMIGLIA E HOBBY. «Incastrare tutti gli impegni è ovviamente difficile, ma famiglia e Società mi aiutano molto sotto questo aspetto. I miei genitori mi danno una grande mano e mi seguono ovunque, la loro vicinanza è fondamentale. I miei hobby? Mi piacciono molto film e serie TV».

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