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Dai gol al Sudamericano Sub20 agli elogi di Caicedo: alla scoperta di Campana

Conosciamo meglio il talento ecuadoriano del Barcelona de Guayaquil accostato nelle ultime ore all’Hellas Verona

L’ultimo nome accostato all’Hellas Verona per rinforzare il reparto offensivo è quello di Leonardo Campana, centravanti del Barcelona de Guayaquil, club ecuadoriano fondato da immigrati catalani. Il classe 2000 col passaporto spagnolo è stato il capocannoniere del Sudamericano Sub20 giocato a gennaio in Cile, nel quale l’Ecuador ha conquistato la vittoria finale per la prima volta nella storia, grazie anche e soprattutto ai suoi 6 gol.

Le stesse reti che gli hanno permesso di battere il record di una meteora italiana come Brayan Cabezas, ex Atalanta, che fino a quel momento era stato il miglior marcatore all-time dell’Ecuador nella competizione. L’ottimo rendimento nel torneo ha attirato non solo l’interesse dei club europei, ma ha convinto il Barcelona a puntare su di lui nei mesi successivi, facendogli collezionare 8 presenze e 2 gol stagionali tra i professionisti. Già perché fino al 2019 non aveva mai giocato in Prima Squadra, nonostante le 40 reti in 41 presenze a livello giovanile. E se non fosse stato per l’infortunio del coetaneo Djorkaeff Reasco della LDU di Quito e dell’imposizione del Valladolid nel non rilasciare Stiven Plaza, sicuramente non sarebbe nemmeno stato convocato dal CT Célico per la manifestazione in terra cilena. A marzo poi ha debuttato con la Nazionale maggiore contro Stati Uniti e Honduras in amichevole, disputando in totale di 90 minuti.

Al contrario di tanti suoi connazionali, non ha trascorso  l’infanzia tra strada e pallone. Leonardo proviene infatti da una famiglia benestante, con il padre Pablo ex tennista, procuratore e ministro del Commercio Estero, mentre la madre Isabel Romero Noboa è un’imprenditrice di successo. Il nonno materno è stato uno dei presidenti più importanti del Barcelona, tanto che il vecchio stadio del club porta proprio il suo nome, Isidro Romero Carbo.

Soprannominato El ángel, si ispira al centravanti polacco del Bayern Monaco, Lewandoski. I suoi 187 cm gli permettono di avere una buona presenza fisica in area di rigore, ai quali abbina le lunghe leve e l’abilità nel concludere con entrambi i piedi, nonostante quello naturale sia il mancino. In patria è stato spesso paragonato a Jaime Kaviedes, attaccante autore del gol qualificazione al Mondiale 2014, il primo disputato dalla nazionale tricolor. 

Su di lui si è esposto pubblicamente anche il laziale, Felipe Caicedo con un tweet pubblicato durante il Sudamericano Sub20, invitando il Barcelona a puntare sul talento guayaquileño:

 

 

 

Per darvi un’idea migliore delle sue qualità, ecco un video con i suoi gol realizzati in questo 2019:

 

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