L’argentino è fondamentale per il gioco gialloblù. Quando si è esaltato sono arrivati sempre i tre punti
Ci ha messo poche settimane Santiago Colombatto per prendersi le chiavi del gioco gialloblù, come si legge sulle pagine de La Gazzetta dello Sport oggi. L’argentino, che ha giocato 509′ totali, ad oggi è uno degli intoccabili di mister Grosso. E quando lui è in partita, l’Hellas vince.
L’ARCHITETTO GIALLOBLÙ. “Piede mancino morbido e intinto nell’inchiostro, l’argentino sa disegnare traiettorie soffici e precise quanto il segno di una stilografica di classe“, scrive la Rosea. Ed è proprio così: con i piedi Colombatto ci sa fare eccome.
Lo sa bene il ds Tony D’Amico, che lo ha inseguito per mezza estate, riuscendo poi a portarlo a Verona in prestito con diritto di riscatto e controriscatto. E ancora meglio Fabio Grosso, che gli ha subito affidato le chiavi del suo centrocampo, lanciandolo subito nella mischia.
Non è un caso quindi che i risultati della squadra siano andati di pari passo con le sue prestazioni. Nelle ultime due gare l’argentino ha rallentato, come dimostrano anche i voti presi in pagella (6 e 5,5), e sono arrivate le sconfitte contro Salernitana e Lecce. Niente a che vedere con la sfilza di prestazioni da 6,5 in sù messe a segno in precedenza, che avevano portato ad altrettante vittorie e al primo posto in classifica.
RUOLI. Metronomo ma anche jolly di centrocampo. Grosso infatti ha schierato Colombatto in più posizioni. Sia da regista puro che da mezz’ala sinistra, con Dawidowicz a fare da schermo per proteggere il reparto arretrato. O addirittura in coppia con il polacco, come visto con il Lecce.
Cambia la disposizione ma una costante è sempre la stessa: la presenza in campo dell’argentino. E ora la speranza è che durante la sosta possa ritrovare la miglior forma. Perché per invertire il trend negativo il Verona ha bisogno assolutamente di lui.