Lo ha reso noto la stessa Società sul proprio sito ufficiale
«Siamo stupiti e contrariati dall’esito della sentenza odierna. Siamo fermamente convinti, oggi più che mai, che la società abbia sempre agito con correttezza e trasparenza, e che le indagini della procura non siano state fatte correttamente. Riteniamo perciò che il Chievo Verona non meriti questa ridotta penalizzazione, frutto peraltro, con tutta evidenza, della consapevolezza, da parte del Tribunale, della debolezza della tesi accusatoria. Ricorreremo quindi in appello, fiduciosi che la giustizia sportiva saprà alla fine riconoscere le nostre ragioni.
In ogni caso, al di là di tutte le considerazioni di merito, resta il fatto che riteniamo il deferimento nei confronti del Chievo Verona nullo per le ragioni già espresse ieri in udienza e segnatamente perché l’unico soggetto legittimato a firmare il relativo atto sarebbe stato il procuratore Giuseppe Pecoraro che invece non lo ha fatto né ha dedotto alcun impedimento come previsto dal Codice di Giustizia Sportiva».
Questo il commento dell’avvocato difensore del Chievo, Marco De Luca, che ha quindi ufficializzato la volontà della Società della Diga di ricorrere in appello in seguito alla condanna per il caso plusvalenze fittizie.
Le sue parole, riportate in un comunicato ufficiale, non lasciano spazio a dubbi: per Campedelli la battaglia non è ancora finita.