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ESCLUSIVA – Vignola: “Ero il prediletto di Platini. Il Verona deve sperare in una Juve distratta”

Vignola

Sono felice come un bambino. Da pochi giorni sono diventato nonno. È nato Pietro figlio di mia figlia Chiara”. Chi parla è Beniamino Vignola, forse il prodotto più vincente del settore giovanile del Verona.

“Franco” per tutti fin da bambino, ha vinto con la Juventus uno scudetto e una Coppa delle Coppe da protagonista, segnò nella notte di Basilea, e poi partecipò anche ai successi in Coppa Campioni nel 1985 e nella Supercoppa Europea del 1984. Per lui un centinaio di presenze fra campionati e coppe e almeno una quindicina di reti.

Avevo Platini davanti, vero campione. Un fenomeno. L’ha dimostrato in campo ed anche come dirigente” osserva Vignola, “poi ultimamente è caduto in disgrazia ma penso che quando viaggi a certi livelli non è facile non commettere qualche errore. Ricordo che si arrabbiava moltissimo con il Trap quando inseriva un difensore al posto di una punta. Lui voleva me perché così poteva giocare più avanzato e poi gli piaceva scambiare col sottoscritto. Sono stati anni belli”.

Vignola oggi insieme al cognato gestisce un’impresa di vetri per auto e camion a Verona. “Mi sono staccato dal calcio ma lo seguo in tv. Devo dire che sia la Juve che l’Hellas si ricordano del sottoscritto. L’anno scorso ho visto i bianconeri contro il Barcellona. Uno spettacolo. Chi mi volle in bianconero? Ma Boniperti naturalmente. Insieme al mio amico Tacconi. Ad Avellino ci dissero: questo è il numero della sede bianconera, chiamate la segretaria, che vi farà parlare con Boniperti. Mi tremavano le gambe. La Juve aveva perso da sole 24 ore la finale ad Atene con l’Amburgo e il presidente aveva già chiuso due bei colpi, perché Tacconi era forte”. Ride e fa il modesto Vignola, cosa che gli riesce bene.

Ma il colpo a suon di milioni fu quello di portare questo gracile interno sinistro a Torino strappandolo all’Inter. “Al Verona devo dire grazie a Guido Tavellin, una leggenda dell’Hellas. I miei allenatori nel vivaio volevano tagliarmi, ma lui lottò contro tutti. Aveva visto in me le caratteristiche che poi mi avrebbero portato ad essere un giocatore vero. A sedici anni ero mingherlino. Bravo tecnicamente ma inadatto dicevano. Tavellin insistette perfino con Valcareggi e il mister inziò a portarmi via con la prima squadra, poi l’esordio e l’anno meraviglioso in B. Ho realizzato un sogno”.

Vignola non dà molte possibilità al Verona. “Domenica arriva la Juve, credo che l’esame per i gialloblù sia molto difficile. Il calcio però è strano. Mi auguro che i gialloblù giochino una grande gara e la Juve sia un po’ distratta. È l’unico modo per sperare in un pareggio. Spero che dal mercato arrivi qualcosa di importante. Se ne va Caceres, uno dei pochi giocatori di Serie A nei gialloblù. La rosa è troppo debole per la Serie A. Deve essere rinforzata”. Così parò Beniamino “Franco” Vignola anche 80 presenze con il Verona e 6 reti.

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