1984. Bastano quattro numeri al cuore di un tifoso per farlo sobbalzare, nonostante siano passati più di trent’anni. Era il 14 ottobre quando al Bentegodi arriva la Juventus di Trapattoni, per una sfida memorabile nell’Arena calcistica veronese. Ad attendere i bianconeri un Verona primatista, quel Verona che Bagnoli condurrà allo storico scudetto.
Quella non è una Juventus da poco: in campo ci sono Platini, Boniek, Scirea, Tardelli, Rossi, una Vecchia Signora che porta sul petto lo scudetto dell’anno precedente. Insomma, non una sfida qualsiasi, nemmeno una passeggiata di salute. Ma è anche una Juventus dietro ai gialloblù in classifica, e dopo questa partita rimarrà esattamente lì: dietro.
Al Bentegodi arrivano in 43’000 spettatori: la cornice è perfetta, è quella delle grandi occasioni, Verona si veste da grande per ospitare una Vecchia Signora, non sia mai che si accolgano i Campioni d’Italia come in una sfida qualsiasi.
Questa è la partita del Verona: in campo, come sugli spalti, straripano i gialloblù. Un primo tempo combattuto, Trapattoni in panchina non sembra affatto convinto dei suoi che miracolosamente terminano la frazione di gioco sullo 0 a 0. L’allenatore della Juventus cambia: dentro Platini, fuori Rossi, ma sarà il Verona a trovare il vantaggio.
Minuto 62: Galderisi, ex di turno, la mette di testa alle spalle di Tacconi. Proprio lui che con la maglia bianconera ha esordito in Serie A nel 1980, lui che se n’è andato perché chiuso da Paolo Rossi. Galderisi, il gol che sa di beffa in casa bianconera.
Ma non è finita, manca ancora una vita. La Juventus non ci sta, attacca alla cieca, il Verona rimane davanti anche grazie agli inteventi del portiere Garella.
È il minuto 80 quando i padroni di casa mettono in ghiaccio la partita: Elkjaer Larsen parte su rilancio lungo del portiere. Il Cavallo pazzo, come viene chiamato dai suoi, ancora una volta ne fa una delle sue: salta Pioli, salta Scirea e, alla fine salta anche Tacconi in porta, siglando il 2 a 0. Corre Larsen, corre e non si ferma: perde una scarpa durante l’azione, da quel momento sarà il Cenerentolo di Verona, pur di segnare scaglia il pallone a piede nudo.
Il Bentegodi esplode, urla “Sindaco, sindaco” inneggiando il danese. Il Verona è lì, a pochi minuti dalla fine, che sta per battere la prima della classe.
La partita termina 2 a 0, tutti a casa. Il Verona, quell’anno, si porterà a casa lo scudetto, e tante grazie alla Vecchia Signora, solo spettatrice del capolavoro di Osvaldo Bagnoli.
Altri tempi, e sopratutto altri uomini!!
Bei ricordi io c’ero
Bagnoli era Bagnoli…
Viviamo di ricordi db…..
Incominciamo a scrivere delle fregnacce come al solito ……..
si ala’
Ci sono rimasti soltanto ricordi
c’era bagnoli, non pecchia
Il mio primo abbonamento all’Hellas chi se lo dimentica