
Interessante articolo su L’Arena di oggi dal gusto vagamente amarcord. Manuel Fondato, giornalista de Il Tempo, ha pubblicato i volume “Nils Liedholm. Un anno, massimo due e poi torno“, in cui si ricorda anche il periodo in cui il Barone allenò il Verona: era il 1966, e con Liedholm i gialloblù ottennero la promozione in Serie A.
Quella promozione fu una delle più belle, forse perché quasi del tutto inaspettata: il Verona si era salvato nella stagione precedente per il rotto della cuffia, e riuscì invece a chiudere secondo alle spalle del Palermo. Inaspettato, come detto, ma Liedholm ci credeva: “Io la riporto in A e lei stanzia un premio di 10 milioni“, con queste parole l’allenatore imbeccò il presidente Garonzi.
Il resto è storia: l’Hellas raggiunge la serie A, ma l’epilogo tra i gialloblù e Liedholm non è di quelli da romanzi rosa, anzi, segue le spietate regole del calcio. Garonzi gli rivela di aver contattato un altro allenatore (Giancarlo Cadè) ma di essere pronto a cambiare idea. Liedholm, però, è uomo tutto d’un pezzo e lascia il Verona dopo averlo riportato in massima serie.
Il Barone torna all’Hellas nel 1992: ormai la squadra è destinata alla B, non può fare più nulla. Ma non sarà di certo questo ad intaccare l’aura di un uomo che ha vissuto il calcio italiano per sessant’anni.
