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Lazovic: “È stata una sciocchezza giocare con la Samp. Mi manca la mia famiglia”

Le dichiarazioni del serbo sulla quarantena e la possibilità di riprendere a giocare

L’esterno dell’Hellas Verona, Darko Lazovic, ha parlato a L’Arena della difficile situazione legata all’emergenza coronavirus:

SAMPDORIA. “Per la prima volta sono sceso con guanti e mascherina a fare la spesa. Devo dire che è stata una bella sensazione. Pensandoci è stata una sciocchezza giocare, abbiamo ubbidito. L’attaccante Gabbiadini e mezza Sampdoria contagiati e poi Zaccagni. Non è stata una grande esperienza però al tempo, non si sapeva, non si conosceva questa terribile pandemia. Forse c’era poca informazione e confusione nelle decisioni. Eravamo già stati a Genova, per niente perché ci fecero tornare indietro. Poi in quell’occasione senza pubblico, forse non giocammo al meglio. Un grande primo tempo ma poi la Samp ebbe una reazione forte. Forse il 3 a 1 è stato troppo pesante ma alla fine la testa era da un’altra parte”.

TAMPONE.No, l’hanno fatto solo a Zaccagni che si era contagiato. Da molto tempo lui sta bene e siamo tutti felici. Devo dirvi la verità sono un po’ triste perché la mia famiglia è a Belgrado da moltissimo tempo ed io solo qua a Verona. Non ero abituato. La società è stata molto attenta e precisa. La spesa a casa e tutte le tabelle del lavoro per tenerci in forma, però la lontananza dai miei affetti ora si fa sentire”.

SITUAZIONE IN SERBIA. “Più o meno la situazione è simile all’Italia. Rispetto a Verona la mia città è molto più grande, tanti studenti e lavoratori che vengono un po’ da ogni parte dell’Europa, quindi le misure sono più severe, come purtroppo è maggiore il numero dei contagi. Nell’ultimo weekend tutto chiuso, compresi supermercati e altri negozi come dite voi, essenziali, dalle 13 del sabato fino alle 5 di pomeriggio del lunedì. Solo la Polizia in strada e comunque con varie precauzioni si può fare la spesa e andare in farmacia fino alle 5 del pomeriggio poi in tutta la Serbia bisogna stare chiusi”.

VOGLIAMO GIOCARE.Come ha detto Setti quando verrà garantita la salute noi saremo pronti a partire. Tanti morti, troppi. Cosi non si può ma presto spero di sì. È un mese che siamo fermi e poi dopo il rinvio della gara col Cagliari si era già capito che sarebbe successo qualcosa”.

STIPENDI. “Quello verrà deciso insieme alle società e noi parleremo all’interno del nostro spogliatoio. L’importante è che si torni a giocare, magari anche in piena estate, significherebbe che la battaglia sarebbe vinta o quasi. Vogliamo giocare”.

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