La Juventus è in arrivo a Verona, per affrontare l’Hellas di Pecchia questa sera al Bentegodi, ed è per questo che nell’edizione odierna su L’Arena viene riportata l’intervista fatta a un torinese e juventino d’eccezione: Massimo Giletti, il quale, tra i suoi racconti del passato svela che il nonno Giulio era veronese, ed anche per questo alla vittoria dello scudetto del Verona del 1985 non potè che essere felice: “Negli anni ho sempre seguito con grande affetto e grande amore le squadre di Verona. L’Hellas soprattutto, visto che il Chievo arrivò un po’ più tardi. Il legame era sentimentale. Quella dello scudetto fu una favola. E tutto ciò che è favola diventa forza vitale per il calcio. Verona fu il bello, il non scontato. E per me quello scudetto fu gioia vera“.
Il presentatore continua con i suoi ricordi: “Quella gioia ha tanti nomi. Ricordo Garella, capace di trasformarsi in Garellik. Pure io facevo il portiere. E Garella sapeva parare in maniera anomala. Poi c’era un grande personaggio come Bagnoli, che ha fatto scelte di vita molto particolari. Ho grande rispetto per lui. C’era tutto in quel Verona“.
Sempre guardando al passato, tra i vari ex di Juventus e Verona, Giletti sceglie Vignola, per il suo gol nell’annata ’83-’84 che consegno alla squadra torinese la Coppa delle Coppe contro il Porto. Facendo un passo nel presente, l’ottica del conduttore televisivo su uno dei casi del Verona di oggi, ossia il rapporto complicato tra Pazzini e Pecchia, è il seguente: “Ho avuto Silvia Slitti, la moglie di Pazzini, ospite da me a Non è l’Arena. Una donna intelligente. E «Pazzo» ha grande esperienza. Ma è con Pecchia che ho stretto un buon rapporto quando era a Torino. Eravamo ragazzi. Lo metto sul piedistallo. Per simpatia ed intelligenza. È pur sempre un avvocato lui“, conclude.
sempre megio il pazzo di te
Ne facciamo a meno del tuo affetto