Il doppio ex ha presentato la sfida ai nostri microfoni

“Partita importantissima. Vale davvero tanto, quasi uno spareggio”. Chi parla è Marco Pacione, oggi team manager del Chievo ma a cavallo fra gli anni ottanta e l’inizio dei novanta attaccante di Verona e Genoa. “A dir la verità” ammette Pacione, “a Genova mi volle Osvaldo Bagnoli ma le punte erano i mitici Pato Aguilera e Skuhravy. Però ho partecipato alla qualificazione alla storica Coppa Uefa del Grifone, quella della vittoria ad Anfield Road”.

Pacione del resto è sempre stato abbonato alle Coppe. Dagli errori in Europa con la Juventus contro il Barcellona. “Era una Coppa diversa e non sbagliai solo io in quella gara”, precisa l’ex ariete abruzzese. Infatti l’ex gialloblù ricorda con grande amarezza Brema. “Quel Verona era davvero una squadra molto forte. C’erano Paolo Rossi, Iachini, Elkjaer, Pioli, Dario Bonetti, Berthold e tanti altri. In Germania fummo sfortunati e non tutelati dall’arbitro. Quella squadra poteva arrivare fino in finale e non era l’Europa League di oggi. Era una cosa seria”. E con il Genoa? “Trovammo subito l’alchimia giusta. I rossoblù non venivano da grandi stagioni ma mister Bagnoli fu veramente bravo. Anche lì avevamo gente come Eranio, Ruotolo, Torrente, Signorini e Branco, oltre ai già citati attaccante”. E aggiungiamo noi anche Marco Pacione, che il suo l’ha sempre fatto.

Abbiamo chiesto chi dei suoi ex compagni fra Genoa e Verona, meritano una citazione particolare. “Nel Genoa non ho dubbi Skuhravy e nel Verona Elkjaer. Tra l’altro il danese aveva vinto la scarpa d’oro ed il Cecoslovacco era stato vice-cannoniere dei mondiali del novanta se non sbaglio”.

E lunedì? “Non lo so come finirà” conclude Pacione. “Il nostro campionato è tra i più difficili in assoluto. Mi dispiace vedere le mie due ex squadre là in fondo. Meriterebbero di avere più punti. Chi si salva? Ci sono dentro almeno 7 squadre per due posti dando, ad oggi, il Benevento spacciato. Con i tre punti però non si può mai dire”.