Marco Quadrini e Saverio Iacurto, tra i primissimi ad accorgersi delle qualità del ragazzo, hanno parlato di lui ai microfoni di Sky
La storia di Matteo Cancellieri comincia alla Polisportiva De Rossi, una piccola realtà romana votata a plasmare calciatori sin dalla tenera età: arrivato all’età di cinque anni, l’esterno oggi al Verona impressionò subito tutti, venendo pochi anni dopo notato dalla Roma che lo portò tra le proprie fila.
A raccontare i primi calci del classe 2002 sono il vicepresidente della Polisportiva, Marco Quadrini, e un dei primi allenatori di Matteo, Saverio Iacurto, entrambi intervistati dai colleghi di Sky.
Di seguito, dunque, le loro principali dichiarazioni.
QUADRINI. «Matteo controllava benissimo la palla in velocità e questa è la peculiarità che lo contraddistingue ancora. Con il passare del tempo ha poi sviluppato una presenza muscolare notevole e che lo aiuterà durante la carriera. Si capiva che aveva qualcosa in più degli altri, sull’uno contro uno era inarrestabile. Giocava sempre avanti ma ha provato praticamente tutti i ruoli: quando stavamo vincendo magari l’allenatore lo spostava dietro, ma non importava perché partiva, scartava tutti e segnava lo stesso. Alla Roma lo hanno messo un po’ in regola ed è diventato sempre più un professionista vero. Ha la testa sulle spalle e un grande cuore, è un ragazzo d’oro ed è rimasto attaccassimo a noi. In estate quando può ci viene a trovare, quindi speriamo di riaccoglierlo prestissimo».
IACURTO. «Il giorno in cui la Roma prese Cancellieri, avevamo organizzato una giornata con diversi scout e tutti i bambini. Matteo era ancora giovanissimo e giocava nei campetti di calcio a cinque ma era già bravissimo. Gli scout lo fecero rimanere per tre turni di fila perché vollero vederlo giocare anche con i più grandi, prima nel campo a sette e poi in quello a nove. Fece un provino di tre ore e, a fine stagione, era della Roma».