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Tudor: “Dobbiamo inventarci qualcosa, ma sarà un’occasione per qualche giocatore”

Il tecnico gialloblù ha presentato la sfida contro l’Empoli in programma domenica al Castellani

Si è da poco conclusa la conferenza di mister Igor Tudor, il quale ai microfoni della sede di via Olanda ha presentato la sfida in programma domenica contro l’Empoli.

Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.

LA SQUADRA. «C’è da inventarsi una formazione perché abbiamo recuperato pochi giocatori, forse nessuno. Ci sono tanti fattori che hanno inciso nel portarci in questo momento di emergenza, ma questo va accettato e la sfida va preparata senza scuse e alibi. Nelle situazioni più problematiche bisogna dare di più: questa è una cosa che ho imparato da giocatori come Zidane e Davids e io voglio trasmetterla ai miei calciatori».

IL TURN-OVER OBBLIGATO. «Sicuramente domenica ci sarà la possibilità per chi ha giocato di meno, è un’opportunità per calciatori come Hongla che sin qui non ha avuto possibilità. Il calcio è anche questo: se domenica Martin dovesse giocare una grande partita, perché non dovrei confermarlo per la partita successiva? Anche Coppola potrebbe avere una possibilità, ma non voglio svelare troppo della formazione. Retsos tornerà dopo la sosta. Cancellieri? Può fare l’esterno di centrocampo oppure giocare nei tre davanti».

LA PARTITA. «Andremo a Empoli per fare una bella partita contro un avversario forte e con identità. Sarà una partita difficile perché affronteremo una squadra che mette tutti in difficoltà e che gioca bene».

IL BILANCIO. «Non so se siamo noi la più bella sorpresa del campionato, non sta a me giudicarlo. Io alleno e cerco di dare il meglio, poi altri daranno la propria opinione, anche se questo non mi piace perché spesso si passa dall’esaltazione alla depressione. O bianco o nero, ma in realtà bisogna pensare “in grigio”. La mia miglior stagione? Probabilmente sì, però anche in questo caso ci sono delle opinioni. Io a Udine ho per esempio fatto gli stessi punti che ho fatto qui, ma non tutti lo sanno».

SETTI E D’AMICO. «Con il presidente Setti e il direttore D’Amico c’è un buon rapporto professionale e umano, come dovrebbe essere. La filiera corta il segreto del Verona? Sì, sono d’accordo».

LO STRISCIONE. «Personalmente posso dire che a Verona è tutto tranne che razzista. Io lo vivo tutti i giorni da straniero: ho ottimi rapporti con le persone che abitano qui».

LA PREPARAZIONE ESTIVA. «È difficile valutare quanto abbia influito il fatto di non aver svolto il ritiro estivo con la squadra. A livello tattico forse arrivare prima mi avrebbe permesso di mettere una base a livello difensivo, ciò che alla fine porta punti, per poi aggiungere mano a mano idee in attacco. A livello fisico invece credo che in questi sei mesi, grazie al lavoro fatto, la squadra abbia raggiunto un buono stato di forma».

IL CALCIO ITALIANO. «Le esigenze nel calcio cambiano ogni due o tre anni, quindi succede che ciò che andava bene qualche tempo fa oggi non sia più sufficiente. Sicuramente nel calcio moderno serve correre e pressare meglio, ma non sono d’accordo quando sento dire che in Italia siamo molto più indietro rispetto ad altri campionati».

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