L’ex terzino gialloblù ha parlato del Verona e delle ambizioni dei gialloblù, esaltandone alcuni elementi
Il Verona? Una squadra credibile che se la può giocare con tutti. Questo il pensiero espresso da Giuseppe Volpecina ai microfoni de L’Arena. Raggiunto dai colleghi, l’ex terzino gialloblù ha infatti speso parole al miele per la banda di Tudor, non escludendo nemmeno un “colpaccio europeo”.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
L’OBIETTIVO. «L’Hellas gioca molto bene, diverte e insieme alla Fiorentina è la splendida sorpresa del campionato. L’Europa? È una montagna da scalare perché c’è tanta concorrenza, ma ogni anno c’è sempre qualche “grande” che stecca, quindi il Verona dovrà farsi trovare pronto qualora capitasse l’occasione. Questa è una squadra credibile perché se la gioca con tutte, a prescindere dalla caratura dell’avversario. Hanno battuto Roma, Lazio e Juventus, facendo anche un figurone contro il Napoli, compagine peraltro in grandissima forma».
IL MISTER. «Tudor mi ha stupito, è arrivato dopo tre sconfitte di fila ma già contro la Roma la squadra ha sfoderato una grande gara. Difficile dire cosa sia successo e andare fino alle radici della verità, però il mister è organizzato, ha idee chiare, ha portato personalità e ha messo tutti al proprio posto».
I SINGOLI. «Oggi Barak è imprescindibile, credo sia il giocatore fondamentale di questo Verona. Lo consideravo una mezz’ala ed ero scettico nel vederlo sulla trequarti, ma lì è esploso e ora è intoccabile. Simeone viaggiava tra alti e bassi e ha avuto momenti difficili, ma ora si è ritrovato. Non eccelle in potenza, stacco di testa o dribbling, ma sa fare tante cose e, mettendole tutte insieme, diventa un attaccante micidiale. Mi ricorda Pippo Inzaghi, sa farsi trovare al posto giusto nel momento giusto. Caprari poi è cresciuto moltissimo, facendo un salto di qualità».
TRA PASSATO E PRESENTE. «Non credo che oggi ci sia un nuovo Volpecina, ma non per miei particolari meriti: il calcio è cambiato, non vedo tanti terzini che attaccano e che rischiano l’uno-contro-uno. C’è qualità, ma anche più controllo del rischio. Il nuovo Elkjaer e il nuovo Bagnoli? Come Preben, nessuno. Lui era velocità, potenza, pazzia, strapotere fisico. Penso invece che Pioli sia simile al mister: sono due signori che non amano gli eccessi e che parlano poco. Lontani ma vicinissimi».