Il presidente, raggiunto da L’Arena in occasione della premiazione del Cangrande d’oro, ha parlato anche dei giovani
La consegna del Cangrande d’Oro dall’Hellas è stata per Maurizio Setti l’occasione per rivivere il 2020, un anno senz’altro agrodolce per il Verona. Raggiunto dai colleghi de L’Arena, il patron gialloblù ha infatti parlato sia degli ottimi risultati sportivi del club che delle difficili condizioni imposte dal Covid.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
IL 2020. «Se penso all’anno solare 2020 e ai suoi momenti più iconici, la memoria mi riporta alla settimana di febbraio in cui giocammo tre big match in sei giorni: l’1-1 in casa del Milan, lo 0-0 all’Olimpico contro una Lazio in corsa per lo scudetto e poi l’apoteosi contro la Juventus, battuta in un Bentegodi tutto esaurito e traboccante di tifo gialloblù. È stato il momento più alto e più gratificante di quella stagione che segnava il nostro ritorno in Serie A. L’emozione più grande però resta con la Lazio: giocammo una prova fatta di coraggio, esuberanza fisica e spirito Hellas. Il 2020 però porta alla mente anche brutti ricordi, ci siamo dovuti rinchiudere in casa e ripartire non è stato facile. In quel periodo ho però capito di essere alla guida di un club forte che ha saputo far fronte comune per il bene dell’Hellas. A tal proposito, ringrazio tutti i miei collaboratori perché non è stato facile».
IL MISTER. «Lo spirito Verona ancora oggi è uno dei nostri principali segni distintivi grazie all’ottimo contributo che sta dando mister Tudor, al quale faccio gli auguri di pronta guarigione. Lo aspettiamo presto di nuovo alla guida della nostra squadra».
I GIOVANI. «Menzione di merito anche per il settore giovanile e per chi ci lavora: credo molto nel nostro vivaio e anche nel 2020 lo abbiamo valorizzato. La Primavera per esempio nella seconda parte dell’anno solare ha dato il via alla cavalcata conclusasi con la promozione, ma sono contento anche per per il premio che la città di Verona ha voluto riconoscere a Nicolò Casale, il quale dopo gli anni di gavetta si è meritato il ritorno a casa per giocare in Serie A da protagonista».