L’ex giocatore gialloblù, raggiunto da L’Arena, ha parlato anche dell’Hellas di oggi e non solo
In occasione del proprio settantesimo compleanno, Domenico Volpati si è raccontato a L’Arena parlando dello storico Scudetto gialloblù, ma non solo.
Senza perdere tempo, ecco dunque le sue principali dichiarazioni.
LO SCUDETTO. «Mi sarebbe piaciuto segnare a San Siro, con l’Inter era la partita scudetto, ma Zenga fece una doppia parata su di me. È come se avessimo vinto quel campionato un mese fa, la gente mi si avvicina e me ne parla. Noi non abbiamo fatto un miracolo, noi eravamo una squadra straordinaria. Con il Verona quell’anno abbiamo vinto la guerra perché ogni domenica era una battaglia».
VECCHI RICORDI. «Chiampan è un gentiluomo, mentre Guidotti aveva la statura del dirigente, era empatico e ottimista. Ma all’epoca il nostro Verona faceva proseliti in tutt’Italia, tutti ci volevano bene. Vi racconto una cosa: avevo fatto una grande stagione, segnando pure, e mi chiamarono diverse squadre offrendomi anche ingaggi molto alti, ma non avrei mai potuto tradire la fiducia dell’uomo Bagnoli che venne a prendermi a Brescia, retrocesso in C».
L’HELLAS DI OGGI. «Ho pochi elementi per valutare il Verona di Eusebio Di Francesco: hanno giocato poco finora, però credo che andrà sull’onda lunga di Juric, uno che ha dato una bella mentalità. Pensavo che fosse meno ambizioso, poi scegliere il Torino… Magari mi sbaglio, ma potrà avere difficoltà. Tornando al Verona, la squadra per salvarsi c’è e Di Francesco è uno che conosce la Serie A. Mi piace e ci sta che sia incappato in qualche annata storta. Bisogna guardare avanti. Il mercato? Leggo che l’Hellas è alla ricerca di una punta. D’accordo, ma la triste vicenda del Chievo deve insegnare a tutti: anche noi i primi anni vendevamo i pezzi più pregiati, ma è il destino di club come l’Hellas».