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Pomini: “Sento ancora Di Francesco. Verona è la piazza giusta”

Il portiere oggi al Venezia ha commentato l’arrivo del tecnico sulle pagine de L’Arena

Quattro anni insieme non si dimenticano: parola di Alberto Pomini, il quale i microfoni de L’Arena ha parlato del proprio rapporto con Eusebio Di Francesco.

Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni del portiere oggi al Venezia.

VECCHIE CONOSCENZE. «Con Di Francesco ho trascorso quattro anni di cui uno in Serie B e tre in Serie A. Con lui il Sassuolo ha conquistato una promozione e una partecipazione alla Europa League. Risultati prestigiosi che ricordo con vanto e orgoglio. Ci sentiamo ancora e spesso, gli ho augurato con tutto il cuore di fare veramente bene sia per lui che per l’Hellas Verona, la squadra per cui tifo da sempre. Sono certo che potrà fare bene, la piazza è quella giusta».

OK IN CAMPO E FUORI. «Il mister è un allenatore preparato, capace di dare una personalità alla sua squadra. Crede nel lavoro ed è meticoloso nel rendere automatici i movimenti e i concetti di gioco da lui proposti. È poi una persona squisita a cui devo tanto a livello umano, abbiamo avuto subito un grande feeling e ne posso solo parlare bene. È un tecnico che cerca di confrontarsi per capire se i concetti da lui richiesti sono stati memorizzati, ma è anche un allenatore che pretende che ogni giocatore sia a disposizione della squadra e del modulo da lui proposto».

IL PUNTO TATTICO. «A Sassuolo abbiamo giocato col 4-3-3 con gli esterni offensivi alti in modo da sfruttare gli inserimenti delle mezzali e a volte anche dei terzini. Di Francesco cura molto il lavoro difensivo e gli automatismi, mentre a livello offensivo lascia spazio anche alla creatività e all’estro del giocatore stesso. Per lui spesso la prestazione determina il risultato per cui, in teoria almeno, una buona prestazione quasi sempre corrisponde a un risultato positivo. Come prepara le partite? Le studia per tutta la settimana per trovare i punti deboli degli avversari, cercando però di non snaturare mai il proprio gioco».

I GIOVANI. «La stima nei confronti dei giovani è uno dei punti forti del mister, non ha paura di inserire un ragazzo con poca esperienza se lo merita e ha qualità. Quelli di Berardi e Zaniolo sono due esempi su tutti».

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Sa
Sa
2 anni fa

Vol riportar quei de sassuolo
I ritorni sono sempre scommesse perse

Sa
Sa
2 anni fa

Avanti coi giovani zaza e duncan

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