L’esterno gialloblù, raggiunto dai microfoni de L’Arena, sembra giurare amore eterno al Verona

L’Inter, lo Spezia, il rendimento personale e… una specie di giuramento: è un’intervista molto articolata e interessante quella concessa a L’Arena da Marco Davide Faraoni, il quale ai microfoni del maggiore quotidiano cittadino ha spento le voci di mercato che lo vorrebbero lontano dall’Hellas.

Di seguito, dunque, le principali dichiarazioni dell’esterno gialloblù.

L’INTER. «Contro l’Inter forse ho sbagliato, dovevo stare più largo, ma è andata così. La loro rete è tatuata nella mia mente, anche perché la palla mia è passata tra le gambe. Il gol del pareggio? Secondo me era regolare e Abisso avrebbe quantomeno potuto andare al VAR, però non cerco polemiche: l’arbitro l’ha valutata così e amen…».

L’ULTIMO PERIODO. «Dopo il Cagliari, inutile negarlo, c’è stato un rilassamento, però abbiamo perso anche con squadre come Milan e Atalanta, due formazioni che hanno molti più punti di noi. Non bisogna dimenticare che in campo ci sono anche gli avversari. In generale comunque, ultimamente veniamo puniti ogni volta che sbagliamo, mentre durante il girone d’andata non era così, nonostante alcune dinamiche siano le stesse. Dicono che sia il bello di questo sport…».

IL MISTER. «Juric è sempre lo stesso: concentrato e avvelenato, pretende il massimo sia a Peschiera che in campo. Dopo l’Inter ci ha detto che ci sta girando tutto male e che gli dispiace per noi».

LA… SOLITUDINE. «Visto anche il materiale che ha a disposizione, il mister attacca spesso a sinistra: fa parte del nostro gioco, di là sono tutti bravissimi e mi sembra che le cose vadano molto bene. Se mi sento solo a destra? Un po’: guardate anche a destra qualche volta! (ride, ndr)».

L’HELLAS. «Questo è senza dubbio il Verona più forte in cui io abbia giocato. Ci sono state delle partite vinte di misura che però sarebbero dovute terminare con almeno due o tre gol di scarto per noi. Giochiamo a sinistra, destra e in mezzo. Forse dovremmo essere più cattivi quando siamo là davanti e questo a volte lo paghiamo, però è la migliore squadra in cui abbia militato. Meglio Barak o Pessina? Sono due grandi giocatori: Antonin è più fisico, Matteo è più tattico. Credo si equivalgano».

IL RENDIMENTO PERSONALE. «Sono contento per quanto fatto finora. Magari avrei potuto segnare una una rete, però ho fatto un buon numero di assist. E poi non dimentichiamo che sono un terzino, quindi avere equilibrio è molto importante. Uomo-mercato? Lo ero anche nella passata stagione, ma se alla fine non sono andato da nessuna parte c’è un motivo. Qui sto benissimo e vorrei diventare capitano e bandiera dell’Hellas, sarebbe il massimo. Non scordo da dove vengo: il Verona mi ha preso dal Crotone mentre ero in Serie B e non vivevo un momento felicissimo. L’anno scorso poi ho rinnovato il contratto e difficilmente mi vedo lontano da Verona, anche perché non sono più giovanissimo».

LA PIAZZA. «Ho avuto la fortuna di vedere lo stadio pieno: bisogna avere rispetto per questi colori e onorare la maglia, al resto ci pensano i nostri tifosi».

LA PROSSIMA SFIDA. «Contro lo Spezia sarà una gara tosta: loro sono invischiati nella lotta per non retrocedere, ma noi dobbiamo riprendere a far punti. Sono convinto che questo finale di campionato ci rivedrà ancora una volta protagonisti: abbiamo ancora tanto da dare».