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Veloso: “La nostra forza è la mentalità. Dopo il ritiro? Forse potrei fare l’allenatore…”

Il portoghese, raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport, ha parlato di presente ma anche di futuro

È un Miguel Veloso che pensa tanto al presente ma un po’ anche al futuro quello raggiunto dai colleghi de La Gazzetta dello Sport in vista della prossima sfida contro il Cagliari: il regista portoghese ha infatti parlato tanto di Hellas, senza tuttavia tralasciare l’argomento carriera post-ritiro.

Senza perdere tempo andiamo quindi a vedere le principali dichiarazioni rilasciate dal capitano gialloblù ai microfoni della Rosea.

MENTALITÀ. «Siamo una squadra fastidiosa, proviamo a vincere a prescindere dall’avversario: questa è la nostra mentalità e questo vuol dire essere all’Hellas. Poi ovviamente ci sta soffrire all’interno di una partita: esempio lampante è il primo tempo contro l’Atalanta, durante la quale siamo stati bravi prima a resistere e poi a vincere. Stiamo andando oltre i nostri limiti? Sì, nonostante le difficoltà e gli infortuni abbiamo dimostrato carattere e alcuni si sono anche adattati in ruoli non loro. Questa è la nostra grande forza e solo così possiamo puntare al nostro obiettivo».

IL MISTER. «Juric già dalla scorsa stagione sta creando uno stile che rispecchia la storia di questo Club, e noi giocatori, nessuno escluso, stiamo cercando di portare avanti questa idea».

L’EREDE. «Ilic è un ragazzo molto tranquillo e disponibile a imparare. Ovviamente vista l’età deve crescere, però finora ha fatto molto bene. A centrocampo può fare tutto, ha un bel sinistro, velocità, tecnica… È un “box-to-box”, il classico “numero 8” diciamo…».

L’OBIETTIVO. «Noi entriamo in campo per dominare, vincere e fare più punti possibili. Certo la classifica attuale è molto bella, ma dobbiamo restare concentrati sulla salvezza, il nostro vero obiettivo».

IL CAGLIARI. «Siamo arrabbiati per l’eliminazione in Coppa e per come è arrivata, quindi contro il Cagliari vogliamo entrare in campo con il giusto approccio. Mi aspetto una gara molto intensa».

IL FUTURO. «Alla mia età inizio a sentire la mancanza della mia famiglia quando siamo in ritiro, ma la competizione mi stimola ancora tanto e quindi giocherò ancora per un po’, anche perché mi sento migliore di come ero dieci anni fa. La mia ultima partita? Credo sarà in Italia: sarò sempre grato allo Sporting Lisbona, ma la mia vita ormai è qui. Una volta ritiratomi potrei invece fare l’allenatore, durante il lockdown ho anche partecipato al corso online, ma al momento non saprei dire con certezza cosa accadrà…».

 

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