La neo-centrocampista gialloblù, raggiunta in esclusiva dai nostri microfoni, si è presentata ai suoi nuovi tifosi
Classe ’99, grinta da vendere e una gran voglia di mettersi in mostra tra le fila gialloblù: tutto questo è Irene Santi, una dei nuovi volti dell’Hellas Verona Women.
Volendola conoscere un po’ meglio, abbiamo quindi deciso di raggiungerla e scambiare due chiacchiere con lei: di seguito dunque la prima parte della lunga intervista concessaci dalla centrocampista in prestito dall’Inter.
Partiamo dal principio: come nasce la tua passione per il calcio? Qual è stato il tuo percorso finora?
«Ho iniziato a giocare Cernusco sul Naviglio a cinque anni, poi quando ne avevo dodici sono passata all’Inter femminile dove ho fatto tutta la trafila delle giovanili, ho vinto la Serie B e sono approdata in Serie A per la prima volta».
Che tipo di centrocampista sei?
«Gioco come mediano davanti alla difesa, un ruolo abbastanza “completo” in quanto bisogna schermare la difesa ma anche far ripartire l’azione: da quelle parti passano un sacco di palloni…».
Hai scelto il numero 22: ha un significato particolare?
«La 22 è stata la mia maglia da quando è stato possibile scegliere il numero e non mi ha mai abbandonata, quindi quando sono arrivata a Verona e ho visto che era libero l’ho subito preso».
Perché l’Hellas?
«Verona è stata la prima squadra che ho cambiato a livello femminile, quindi ho cercato un’opzione che non fosse “un salto nel buio”: conosco molte ragazze che hanno giocato qui e si sono trovate bene, inoltre sapevo che all’Hellas avrei incrociato anche Sofia Colombo (già sua compagna all’Inter, ndr), perciò questo mi ha molto aiutata nella scelta. La vicinanza a casa (Irene è originaria di Milano, ndr) e il grande interesse dimostrato dalla Società hanno fatto il resto…».
Com’è stato il primo impatto con compagne, staff e ambiente?
«Ho trovato un ambiente molto tranquillo: tutto è andato molto bene sin da subito sia con le compagne che con lo staff. Abbiamo già fatto molti allenamenti e quindi siamo state tante ore insieme, quindi di giorno in giorno il gruppo si sta consolidando e questo è molto importante. Il nostro non è uno spogliatoio “complicato”, anzi, siamo già molto unite».
Abbiamo visto che hai avuto modo di girare un po’ per Verona: cosa ti ha colpito della città?
«La città è molto bella, ma penso che la cosa che mi è piaciuta di più è la vista da Castel San Pietro!».
Arrivi in prestito dall’Inter: cosa hai imparato lì che vorresti trasmettere alle tue compagne a Verona?
«All’Inter ci si sente come professionisti, però bisogna anche ricambiare quello che ti viene dato, dare il 100% e onorare la maglia che si indossa. Anche qui, in una società così importante come il Verona, voglio dunque fare lo stesso».
Sofia Colombo si è divertita a descriverti, ti va di “ricambiare”?
«Sul lato personale mi trovo molto bene: mi diverto a parlare con lei, soprattutto di calcio, inoltre lavoriamo insieme da tempo. In campo poi è una di quelle giocatrici che ha “lo spunto” e la giocata importante che ti può cambiare la partita. Ha davvero grandi qualità tecniche e siamo abbastanza complementari».
Per la seconda parte dell’intervista, clicca QUI