L’ex centrocampista gialloblù ha affidato il proprio pensiero a un post su Instagram
Un messaggio chiaro e conciso quello affidato ai social da Nico Pulzetti: l’ex centrocampista gialloblù, attualmente in forza al Sandonà, attraverso Instagram ha voluto esprimere la propria vicinanza a tutti i colleghi delle serie minori e a quelli che lavorano “dietro le quinte” del mondo del calcio.
Questo, infatti, il suo pensiero:
«Con questo post ci metto la faccia e pure il nome, ed è per tutte quelle persone che credono che il lavoro del calciatore sia solo correre dietro a un pallone e guadagnare un sacco di soldi.
Ecco vorrei dire che non è così, forse non sapete che il calcio muove milioni di euro e dà lavoro a moltissime famiglie, anche a chi con il calcio non c’entra niente. Tra affitti di appartamenti, ritiri e pranzi in alberghi in località poco conosciute, viaggi e trasferte, noleggio dei pullman, affitti e gestione degli stadi e impianti sportivi dalla Serie A alla terza categoria, spese mediche, e potrei star qui ore ad elencare.
È un lavoro come tanti, ci vogliono tanti sacrifici, tanta dedizione e tantissima passione, e spesso sei trattato senza scrupoli, come una pedina. Una differenza c’è rispetto agli altri lavori: più sei umile e serio come giocatore e più se ne approfittano di te, più sei un uomo di merda e leccaculo più ti portano in alto.
Dopo 17 anni da professionista sono approdato nei dilettanti, e ho visto tantissime cose che mi hanno aperto gli occhi. Ho conosciuto tantissimi giocatori per i quali prima del calcio venivano il lavoro e lo studio e che, con una forza e passione incredibile, si spogliavano e scendevano in campo senza mai lamentarsi. Le stesse persone che qualcuno critica. Credetemi, stiamo parlando di stipendi o rimborsi che vanno da poche centinaia di euro a qualcosa in più rispetto a un normalissimo operaio.
Inoltre voglio citare lo staff tecnico, tutte quelle persone che sono dietro le quinte, persone che però sono la vera e propria locomotiva di una squadra: i magazzinieri, la lavanderia, la segreteria, i custodi, le donne delle pulizie, gli autisti di pullman e pulmini, il giardiniere… Tutte persone che hanno affitti e mutui da pagare, bollette, tasse, vestiario, istituzione, sanità e spesa.
Non tutti hanno percepito la mensilità di febbraio, e a causa dello stop (quasi certo) dei campionati non vedranno un euro fino a settembre o addirittura fino a novembre.
So che molti ancora non capiranno dopo aver letto queste parole, ma vi invito a riflettere».
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