Domani è prevista una nuova riunione: il Comitato Tecnico Scientifico del Governo ha convocato la Figc
Posto che il protocollo presentato la scorsa settimana è molto dispendioso (sia da un punto di vista economico che logistico, considerato che è necessario andare in ritiro ad oltranza con il cosiddetto “gruppo squadra”) e che quindi sarebbe sostenibile solo per le categorie più importanti, come riportato da Sky Sport i veri problemi da risolvere per poter ricominciare sono altri, ossia quelli che interessano l’ambito medico.
Primo su tutti la disponibilità dei test (tamponi e sierologici): nella fase del lavoro a gruppi (ed eventualmente in quella delle partite) sarebbero infatti necessari, ma non essendo disponibili per tutti i cittadini (almeno per il momento) rappresenta dunque un grande problema etico.
Il secondo grande punto di domanda riguarda invece l’eventuale contagio nel mondo del calcio. Le norme previste dal comitato governativo prevedono che il positivo e chi è stato a contatto con lui si fermino per il periodo di quarantena, quindi dovesse succedere nel calcio significherebbe non concludere la stagione. Sorge tuttavia un dubbio: considerati i (teorici) doppi controlli, l’isolamento sarebbe comunque un provvedimento necessario?
In ultimo c’è una problematica legale: in questo momento, dovendo far rispettare il protocollo condiviso, il presidente della società e il medico sociale sarebbero responsabili di un eventuale contagio. Che qualcuno voglia assumersi un onere tanto grande, sembra quantomeno irrealistico…